Fino a circa 20 anni fa il trattamento infiltrativo delle principali patologie degenerative muscolo-scheletriche poteva contare essenzialmente su due prodotti, ovvero i cortisonici e l’acido ialuronico. L’interesse verso “nuovi” prodotti biologici ha condotto, negli anni, a studiare, sia in ambito pre-clinico che clinico, nuovi approcci terapeutici aventi come obiettivo quello di stimolare i processi riparativi e rigenerativi endogeni tramite l’impiego di prodotti “autologhi”. L’antesignano di questa categoria di prodotti è stato il Plasma ricco di piastrine (PRP) che ha rapidamente “conquistato” una posizione preminente nel trattamento infiltrativo di condizioni come l’artrosi, le tendinopatie croniche e le lesioni muscolari. Piu recentemente, dopo studi pionieristici condotti sul ruolo terapeutico delle cellule staminali mesenchimali, è stato possibile portare nella pratica clinica dei prodotti contenenti questa tipologia cellulare, la cui azione trofica ed immuno-modulatoria ha un razionale di impiego in ambito ortopedico per la gestione di patologie associate ad “usura” e processi infiammatori cronici non relati all’autoimmunità. Da qui la possibilità di utilizzare “concentrati” di cellule staminali mesenchimali da midollo osseo o tessuto adiposo, ottenuti con processi di minima manipolazione in sala operatoria. L’esperienza clinica degli ultimi anni sta sfociando, più recentemente, nei primi consensus statements da parte di influenti società scientifiche Internazionali come l’ESSKA e l’ICRS, per chiarire quali siano le corrette indicazioni per l’uso di questi prodotti “ortobiologici”, che, ad oggi, rappresentano una opzione di secondo livello in caso di risposta insoddisfacente ai trattamenti tradizionali.
L’obiettivo di questo numero di Ortopedia33 è duplice: offrire un update sui risultati clinici ottenuti con i prodotti a base di cellule staminali mesenchimali, oltre che descrivere le future applicazioni degli stessi e le nuove frontiere, cioè l’uso di prodotti di derivazione omologa (ad es. i derivati placentari) ed il ruolo del “secretoma”.
Berardo Di Matteo - IRCCS Humanitas, Rozzano (MI)
Paola De Luca - IRCCS Ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio, Milano