Clinica
Ortobiologia
26/05/2025

Oltre le cellule autologhe: i derivati placentari

I numerosi fattori di crescita presenti nel tessuto placentare sono in grado di modulare l'ambiente intra-articolare da uno stato infiammatorio cronico di basso grado ad un ambiente “rigenerativo”

staminali

Il razionale alla base dell'uso di prodotti placentari risiede nella presenza di fattori di crescita e cellule staminali omologhe che, nei modelli animali, hanno dimostrato una azione trofica ed immuno-protettiva verso tessuti come l’osso e la cartilagine. I numerosi fattori di crescita presenti nel tessuto placentare sono in grado di modulare l'ambiente intra-articolare da uno stato infiammatorio cronico di basso grado (tipicamente presente nell'osteoartrosi) ad un ambiente “rigenerativo” che rallenta la progressione dell'artrosi stessa. Il grande vantaggio dei prodotti placentari sta nel fatto che il loro uso non richiede un prelievo di tessuto autologo (con i relativi rischi di morbidità del sito donatore) e, previa adeguata conservazione, è possibile ripetere il trattamento infiltrativo in un setting ambulatoriale in funzione delle necessità cliniche del paziente. In altri termini, i prodotti di derivazione placentare sono una sorgente di cellule staminali e molecole bioattive pronta all’uso, senza necessità di alcun passaggio in sala operatoria e potrebbero permettere un abbattimento dei costi connessi all’uso di prodotti autologhi, ampliando le possibilità di uso di questa strategia cellulare [1].

Ad oggi esistono diverse preparazioni a base di tessuto placentare che sono già state testate nella pratica clinica: si tratta di derivati del sangue cordonale, opportunamente preparato e conservato per mantenere vitali le componenti cellulari, oppure di tessuto placentare fresco che viene morcellizzato o micronizzato in sospensioni che vengono conservate per essere pronte all’uso iniettivo [1].
La maggior parte delle evidenze cliniche relative all'uso di tali prodotti è inerente alla patologia artrosica. Esaminando i risultati clinici ottenuti, è possibile evidenziare alcuni rilievi significativi: nessuno dei pazienti trattati ha riportato eventi avversi gravi dopo l'iniezione, conferendo ai prodotti placentari iniettabili un eccellente profilo di sicurezza. In secondo luogo, tutti gli studi hanno dimostrato un miglioramento significativo negli scores funzionali analizzati. Inoltre, sembra che i risultati non siano correlati al tipo di preparazione utilizzata, poiché negli studi clinici sono stati adottati prodotti differenti. Analizzando i trials randomizzati controllati, in uno di essi è stato osservato un aumento dello spessore condrale alla RMN effettuata a 6 mesi di follow-up, suggerendo una potenziale rigenerazione cartilaginea [2]. Dal punto di vista funzionale, tutti gli studi randomizzati hanno riportato risultati superiori rispetto al gruppo controllo. Lo studio di Matas et al. ha mostrato un beneficio clinico superiore nei pazienti che hanno ricevuto una seconda iniezione di derivato placentare a 6 mesi rispetto al gruppo trattato con una singola somministrazione [3]. Lo studio di Farr et al [4], il più ampio condotto sino ad oggi, ha incluso un totale di 200 pazienti affetti da gonartrosi, valutati a 6 mesi e 12 mesi di follow-up, ed ha confrontato una sospensione amniotica (“amniotic suspension allograft” - ASA) contro il placebo e contro l’acido ialuronico: i pazienti trattati con una singola iniezione di sospensione amniotica da 4 mL hanno ottenuto miglioramenti significativi in tutti i punteggi analizzati fino all'ultimo follow-up. È stata dimostrata una superiorità significativa sia rispetto alla soluzione salina che all'acido ialuronico, senza evidenza che le iniezioni di ASA stimolassero alcuna reazione immunitaria rispetto ai gruppi di controllo (valutata mediante misurazione delle immunoglobuline e degli anticorpi anti-HLA di classe I). Il medesimo gruppo di ricerca ha pubblicato un ulteriore studio di follow-up sulla stessa coorte di pazienti, concentrandosi su coloro che non avevano risposto al placebo o all'acido ialuronico: 95 pazienti sono stati ri-trattati con iniezione di ASA, ottenendo un miglioramento clinico significativo, paragonabile a quello del gruppo sperimentale originale [5].

Alla luce di queste evidenze, il profilo di sicurezza dei derivati placentari appare pienamente soddisfacente, cosi come i risultati clinici evidenziati negli studi randomizzati. L’utilizzo di tali prodotti omologhi potrebbe consentire di espandere il potenziale applicativo delle terapie “cell-based”, evitando al paziente la morbidità correlata al prelievo di tessuto autologo (grasso o midollo) ed anche riducendo i costi dovuti all’impegno della sala operatoria e del relativo personale.

Bibliografia
   1. Di Matteo B, Anzillotti G, Gallese A, Vitale U, Gaggia GMMC, Ronzoni FL, Marcacci M, Kon E. Placenta-Derived Products Demonstrate Good Safety Profile and Overall Satisfactory Outcomes for Treating Knee Osteoarthritis: A Systematic Review of Clinical Evidence. Arthroscopy. 2023 Aug;39(8):1892-1904. doi: 10.1016/j.arthro.2023.03.033. Epub 2023 Apr 26.PMID: 37116549
   2. Khalifeh Soltani S, Forogh B, Ahmadbeigi N, et al. Safety and efficacy of allogenic placental mesenchymal stem cells for treating knee osteoarthritis: a pilot study. Cytotherapy. 2019;21(1):54-63. doi:10.1016/j.jcyt.2018.11.003
   3. Matas J, Orrego M, Amenabar D, et al. Umbilical Cord-Derived Mesenchymal Stromal Cells (MSCs) for Knee Osteoarthritis: Repeated MSC Dosing Is Superior to a Single MSC Dose and to Hyaluronic Acid in a Controlled Randomized Phase I/II Trial. Stem Cells Transl Med. 2019;8(3):215-224. doi:10.1002/sctm.18-0053
   4. Farr J, Gomoll AH, Yanke AB, Strauss EJ, Mowry KC, ASA Study Group. A Randomized Controlled Single-Blind Study Demonstrating Superiority of Amniotic Suspension Allograft Injection Over Hyaluronic Acid and Saline Control for Modification of Knee Osteoarthritis Symptoms. J Knee Surg. 2019;32(11):1143-1154. doi:10.1055/s-0039-1696672
   5. Gomoll AH, Farr J, Cole BJ, et al. Safety and Efficacy of an Amniotic Suspension Allograft Injection Over 12 Months in a Single-Blinded, Randomized Controlled Trial for Symptomatic Osteoarthritis of the Knee. Arthroscopy. 2021;37(7):2246-2257. doi:10.1016/j.arthro.2021.02.044


AUTORI:
     Berardo di Matteo, IRCCS Humanitas Rozzano (MI)
     Giuseppe Anzillotti, IRCCS Humanitas Rozzano (MI)

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