Le lesioni della cuffia dei rotatori possono essere trattate conservativamente con buoni risultati, specialmente nei casi di lesioni parziali e nei pazienti con ridotta richiesta funzionale; il trattamento chirurgico viene invece riservato ai pazienti con lesioni traumatiche, nei pazienti giovani, o nei pazienti in cui il trattamento conservativo non ha riportato risultati soddisfacenti.1
Numerose classificazioni sono state descritte, basate sulla localizzazione, forma, profondità e qualità del tessuto, per valutare se una lesione possa essere definita riparabile o non riparabile.
Il ripristino dell’inserzione tendinea può essere eseguito mediante tecnica “single-row”, con una sola filiera di ancore posizionate all’interno della tuberosità; o mediante tecnica “double-row”, usando due filiere di ancore.2
La riparazione delle lesioni massive della cuffia dei rotatori rimane tuttavia ancora indaginosa, pertanto nel corso degli anni numerose tecniche sono state descritte.3
Tra le tecniche suggerite vi sono: la convergenza dei margini, come metodo per ridurre la tensione ed aumentare la forza di fissazione (Fig.1); “l’interval slide”, con la liberazione del tendine dall’intervallo dei rotatori per aumentare la mobilità;3 il “suspension bridge”, enfatizzando l’importanza dell’inserzione anteriore e posteriore della cuffia dei rotatori.
Le riparazioni della cuffia possono essere rinforzate mediante uso di “graft”, dimostrando vantaggi meccanici e biologici. I graft utilizzati includono xenograft (collagene dermico suino, sottomucosa dell’intestino tenue), materiali sintetici e allograft.3
La ricostruzione della capsula superiore è stata descritta per la lesioni irreparabili della cuffia, con lo scopo di ripristinare la stabilità superiore della spalla.3
Un’opzione di trattamento per i pazienti giovani con lesioni massive della cuffia e senza artrosi gleno-omerale sono i transfer tendinei: il gran dorsale, il grande pettorale e il trapezio inferiore. I transfer consentono il ripristino delle coppie di forza dell’articolazione gleno-omerale e la normale cinematica della spalla.
Recenti tecniche includono l’uso di spaziatore subacromiale biodegradabile e membrane biologiche bio induttive.
L’elevato tasso di re-rotture è associato ad un problema principalmente biologico.2
La protesi inversa di spalla è un possibile trattamento delle lesioni irreparabili della cuffia dei rotatori. Rappresenta un trattamento di prima scelta per le lesioni massive della cuffia dei rotatori nei pazienti con artrosi gleno-omerale.
Per concludere possiamo asserire che non esista un trattamento univoco delle lesioni della cuffia dei rotatori. Risulta necessaria una valutazione globale del paziente per proporre il trattamento più indicato.
Eugenio Libutti 1, Luigi Cianni 2, Susanna M. Pagnotta 1
1 Aurelia Hospital, Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia, Roma, Italia
2 Dipartimento di Scienze dell'invecchiamento, Ortopediche e Reumatologiche, Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, 00168 Roma, Italia