Clinica
21/04/2022

Osteocondrite dissecante del ginocchio: una patologia da non sottovalutare

L'osteocondrite dissecante del ginocchio (OCD), anche conosciuta come morbo di Konig, è una patologia caratterizzata primariamente da una sofferenza dell'osso subcondrale, che può esitare nel coinvolgimento della cartilagine articolare e nel possibile distacco di un frammento osteocondrale in articolazione. Sebbene si conosca da oltre un secolo, non è ancora stata chiarita la sua eziologia, che si ritiene essere multifattoriale comprendendo fattori biologici e meccanici. È considerata una patologia rara (ORPHA:2764), con una prevalenza stimata in circa 15-29 casi ogni 100.000 persone, e questo, insieme con la variabilità del quadro clinico all'esordio e l'imprevedibilità dell'evoluzione, ne determina un difficile inquadramento diagnostico e terapeutico.

Un sospetto diagnostico deve essere sempre posto in caso di pazienti giovani (soprattutto dai 12 ai 19 anni), sportivi, generalmente di sesso maschile, che si presentano con dolore al ginocchio inizialmente dopo attività sportiva. Una presentazione più acuta, con tumefazione e blocchi articolari, deve fare sospettare inoltre un grado più avanzato della patologia. In ogni caso, posto il sospetto, è fondamentale confermare la diagnosi con una Risonanza Magnetica (RM), che è attualmente il gold standard e l'unico esame che permette di definire le caratteristiche della lesione che ne determinano la prognosi. In questo senso, il fattore più importante è la stabilità del frammento osteocondrale nella sua sede, che guida la scelta verso un trattamento conservativo o chirurgico.

I trattamenti conservativi per le lesioni stabili consistono in un periodo di astensione dall'attività sportiva che può variare da alcuni mesi fino a un anno, mentre l'evidenza per trattamenti più restrittivi con tutori e scarico trova meno supporto dalla letteratura e andrebbe limitata a pazienti con quadri di presentazione più acuti e con sintomatologia più importante [1]. Questi trattamenti possono portare a una guarigione del difetto in una significativa percentuale di casi, ma in caso di persistenza della sintomatologia o di aggravamento del difetto si può rendere necessario un trattamento chirurgico.

I trattamenti chirurgici sono invece la prima scelta in lesioni instabili o in caso di corpi mobili intra-articolari. La scelta del trattamento si basa sulle caratteristiche del paziente, in particolare della sua maturità scheletrica, e della lesione, dove un ruolo fondamentale è svolto dalla vitalità del frammento. In caso di difetti vitali "salvabili", il trattamento potrà includere la stimolazione della guarigione del difetto mediante drilling, oppure la sua fissazione e stabilizzazione tramite mezzi di sintesi possibilmente riassorbibili. In caso di corpi mobili non vitali o di lesioni "non salvabili", la sola rimozione del frammento, molto usata in passato, non è più una tecnica considerata accettabile per l'alto tasso di insorgenza di artrosi precoce. Attualmente le possibilità chirurgiche ricostruttive spaziano dal trapianto osteocondrale autologo al trapianto osteocondrale allograft da donatore, fino anche tecniche rigenerative come il trapianto di condrociti autologhi o l'impianto di scaffold osteocondrali [2].

Nonostante le numerose tecniche descritte, al momento non esistono delle chiare linee guida su quale sia la strategia più appropriata da utilizzare. Per dare una risposta a questa domanda il gruppo di studio multicentrico ROCK (Research on OsteoChondritis dissecans of the Knee) [3], formato dai principali esperti internazionali sulla patologia si è posto come obiettivo di valutare prospetticamente una ampia coorte di pazienti, analizzandone fattori demografici, quadro clinico, trattamento, outcomes clinici e fattori prognostici in modo da poter offrire dati di alto livello alla letteratura scientifica sul tema. Resta inoltre da valutare la prevenzione dell'artrosi in questi giovani pazienti, nei quali i risultati a lungo termine sono di fondamentale importanza per capire il reale potenziale dei vari trattamenti dell'OCD di ginocchio.


Bibliografia

  1. Andriolo L, Candrian C, Papio T, Cavicchioli T, Perdisa F, Filardo G. Osteochondritis Dissecans of the Knee - Conservative Treatment Strategies: A Systematic Review. Cartilage. 2019 Jul;10(3):267-277. doi: 10.1177/1947603518758435.
  2. Filardo G, Andriolo L, Soler F, et al. Treatment of unstable knee osteochondritis dissecans in the young adult: results and limitations of surgical strategies-The advantages of allografts to address an osteochondral challenge. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc 2019 Jun;27(6):1726-1738. doi: 10.1007/s00167-018-5316-5.
  3. Nissen CW, Albright JC, Anderson CN, et al. Descriptive Epidemiology From the Research in Osteochondritis Dissecans of the Knee (ROCK) Prospective Cohort. Am J Sports Med. 2022 Jan;50(1):118-127. doi: 10.1177/03635465211057103.


Luca Solaro
Luca Andriolo
II Clinica Ortopedica e Traumatologica, IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna, Italia

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