Non esiste una relazione causale dimostrata tra l’assunzione di paracetamolo in gravidanza e il rischio di disturbi del neurosviluppo nei figli, come autismo o ADHD. È quanto emerge da una umbrella review pubblicata sul British Medical Journal da un gruppo di ricercatori provenienti da Regno Unito, Spagna e Australia. L’analisi nasce in risposta alle recenti affermazioni pubbliche, tra cui quelle del presidente statunitense Donald Trump, che avevano ipotizzato un’associazione tra l’assunzione di acetaminofene in gravidanza e un aumento del rischio di autismo nei bambini esposti in utero.
I ricercatori dell’Università di Liverpool hanno analizzato nove revisioni sistematiche già pubblicate, che complessivamente includevano 40 studi osservazionali (37 di coorte, 2 caso-controllo e 1 ecologico).
L’obiettivo era valutare la solidità complessiva delle evidenze disponibili sulla possibile associazione tra uso di paracetamolo in gravidanza e disturbi del neurosviluppo.
La qualità metodologica delle revisioni è stata valutata con lo strumento AMSTAR 2, che considera aspetti come la registrazione del protocollo, la strategia di ricerca e il controllo dei bias.
Sebbene molte revisioni abbiano riportato un’associazione statistica tra esposizione prenatale al paracetamolo e rischio di autismo o ADHD, gli autori sottolineano che tale correlazione potrebbe riflettere fattori familiari e ambientali condivisi, piuttosto che un effetto diretto del farmaco. Negli studi che hanno corretto per variabili come salute mentale dei genitori, predisposizione genetica o status socioeconomico, il legame si riduceva significativamente o scompariva del tutto.
Gli autori sottolineano comunque la necessità di studi prospettici di qualità più elevata, in grado di controllare in modo rigoroso i fattori confondenti familiari e ambientali.
Alla luce di questi risultati, gli studiosi raccomandano di informare correttamente medici e pazienti circa la scarsa qualità delle prove disponibili, ricordando che il paracetamolo rimane il trattamento di prima scelta per febbre e dolore in gravidanza, come indicato da EMA, MHRA e TGA. La sospensione non giustificata del farmaco, in caso di febbre elevata o dolore severo, può infatti comportare rischi per la madre e il feto. Le donne in gravidanza dovrebbero comunque utilizzare il farmaco alle dosi minime efficaci e per il minor tempo possibile.
In sintesi, le prove oggi disponibili non supportano un legame causale tra paracetamolo in gravidanza e disturbi del neurosviluppo e il farmaco resta sicuro se utilizzato alle dosi raccomandate e sotto controllo medico.