Di Luca Marin, Massimiliano Febbi, Laura Bottini, Alessandro Gatti, Fabrizio Gervasoni, Pamela Frigerio, Fabio Re, Pamela Patanè
La corsa è uno sport praticato da milioni di persone in tutto il mondo e la sua popolarità è in costante ascesa. Per questo il numero di praticanti e di eventi è aumentato esponenzialmente nelle ultime decadi. La corsa è anche un’ottima forma di esercizio per le persone che cercano di raggiungere la forma fisica e/o uno stile di vita più sano, perché è collegata alla longevità e alla riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fornisce raccomandazioni di salute pubblica per tutte le fasce di età e indica la quantità di attività fisica (frequenza, intensità e durata) necessaria per offrire benefici significativi per la salute. Gli adulti dovrebbero fare almeno 150-300 minuti di attività fisica aerobica a intensità moderata o almeno 75-150 minuti a intensità vigorosa. Per contribuire a ridurre gli effetti dannosi della sedentarietà sulla salute, bisognerebbe mirare a fare più dei livelli raccomandati.
Fattori di rischio e sedi lesionali
Nonostante questi benefici per la salute, le lesioni muscoloscheletriche e i disturbi legati alla corsa sono comuni nei corridori amatoriali. Diversi studi riportano che il tasso di incidenza annuale degli infortuni varia dal 26 all’85%. In media, il 50% dei corridori subisce un infortunio ogni anno che gli impedisce di correre per un periodo di tempo più o meno lungo. Questi infortuni sono associati a diverse cause come: disfunzione del movimento, scorretta distribuzione del carico, ridotta forza muscolare e ipermobilità degli arti inferiori, soprattutto sul piano frontale e trasversale. Circa il 70%-80% dei disturbi sono dovuti a lesioni da sovraccarico funzionale, che interessano l’arto inferiore e il piede. La sindrome rotulea e la tendinopatia achillea sono le più frequenti. Boling et al.
hanno indicato come fattori di rischio modificabili per la sindrome rotulea:
1.diminuzione della forza verticale di reazione al suolo;
2.aumento dell’intrarotazione dell’anca durante il contatto di ritorno al suolo;
3.diminuzione di forza del quadricipite femorale;
4.eccessiva forza degli extrarotatori dell’anca.
Di contro, una debolezza dei flessori plantari sembra essere associata alla tendinopatia Achillea e all’aumento dell’escursione di dorsiflessione, entrambi predittori significativi di un uso eccessivo del tendine d’Achille.
Biomeccanica della corsa
Il rapporto tra la biomeccanica della corsa e gli infortuni è un argomento controverso in letteratura. Il gesto della corsa richiede una sinergia di movimento di tutti i segmenti del corpo, ma non è chiaro se esista la tecnica perfetta, adatta a tutti i praticanti. Numerosi studi hanno analizzato i fattori biomeccanici della corsa che aumentano il rischio di infortuni. Il carico di contatto al suolo è influenzato dalla tecnica di corsa ed è associato al tempo di contatto con il suolo (Ground Contact Time - GCT): valori più elevati di carico di contatto al suolo sono associati a un aumento del rischio di lesioni. Il GCT sembra essere significativamente associato all’economia di marcia: un breve tempo di GCT significa una migliore economia di corsa. Un impatto con il retropiede è correlato a un GCT maggiore rispetto all’impatto sul terreno con il mesopiede o l’avampiede. La cadenza è il numero di passi al minuto ed è correlata al rischio di infortuni, per questo diversi studi hanno indagato gli effetti della variazione della cadenza per ridurre il rischio di lesioni. Le evidenze suggeriscono di mantenere 180 passi al minuto per ottenere un’efficienza ottimale della biomeccanica della corsa poiché un’elevata cadenza riduce la forza d’impatto sul terreno, il GCT e l’oscillazione verticale15. Cadenza e lunghezza del passo sembrano non essere influenzate dalla misura antropometrica dell’altezza, della lunghezza delle gambe e del peso dei segmenti degli arti.
Biofeedback
Il biofeedback è uno strumento ampiamente utilizzato in fisioterapia, ma pochi studi ne hanno indagato gli effetti sulla tecnica di corsa dei corridori amatoriali, anche se feedback esterni sembrano impattare positivamente su alcuni parametri fondamentali, come la cadenza. Ad esempio, Schenk et al. suggeriscono che la combinazione di feedback verbale e visivo è una strategia efficace per migliorare la biomeccanica della corsa dei principianti. Willy et al. hanno dimostrato che il feedback fornito da uno specchio migliora la meccanica di corsa, il dolore e la funzionalità. Tuttavia, non è chiaro come i diversi interventi di biofeedback influenzino il modello di movimento della corsa.
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