I pazienti che ricevono l’applicazione locale di calore terapeutico (termoterapia) riscontrano una riduzione del dolore e della rigidità muscolare e articolare, un ripristino della forza muscolare e un generale miglioramento della qualità della vita.1,2 Sebbene i benefici della termoterapia siano ampiamente documentati dalla letteratura scientifica, indicazioni pratiche sul suo impiego sono state finora carenti.3
Il position paper di Ventriglia et al.4 intende colmare questo gap e propone per la prima volta degli algoritmi di trattamento, evidence-based, facilmente consultabili, pensati per supportare i professionisti della salute, incluso il fisioterapista, nel riconoscere quando e dove utilizzare il calore terapeutico superficiale in modo efficace e sicuro.
La termoterapia superficiale in particolare mediante l’applicazione con fasce autoriscaldanti trova indicazione nelle tre sedi anatomiche più frequentemente colpite da dolore muscoloscheletrico:
Gli esperti raccomandano di non utilizzare in presenza di infiammazione acuta, versamenti, edema o segni neurologici e ne consigliano l’impiego solo dopo consulto medico in presenza di diabete, cardiopatia, artrite reumatoide e condizioni delicate quali gravidanza o allattamento. Infine, è raccomandata una rivalutazione terapeutica in caso di un mancato miglioramento entro una settimana di trattamento.
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Bibliografia