Il diffuso e protratto stato di contrazione sostenuta della muscolatura della colonna può determinare una rachialgia acuta che può persistere nel tempo, in mancanza di una risoluzione dello stato di contrazione muscolare, fino alla cronicizzazione del dolore, ovvero all’attivazione dei circuiti neurali che caratterizzano il dolore cronico, ribelle alle comuni terapie analgesiche e anti-infiammatorie. Il protratto stato di contrazione di un muscolo o di un gruppo muscolare determina anche la riduzione della perfusione ematica in quel distretto, riducendo l’apporto ematico e di nutrienti alle strutture miofasciali e, al contempo, compromettendo i meccanismi di wash-out che favoriscono la rimozione dei cataboliti presenti localmente. La protratta riduzione della perfusione muscolare, conseguente dal persistente stato di contrazione, può arrivare a determinare un’alterazione delle caratteristiche istologiche del muscolo, con un’involuzione fibrotica della struttura muscolare evidenziabile anche da un’alterazione tissutale reologica, apprezzabile durante l’intervento massoterapico o la pressopalpazione dei gruppi muscolari. Lo stato di contrazione protratta del muscolo, come quella che è possibile osservare in pazienti con incongrue abitudini posturali o impegnati in attività lavorative o sportive con sovraccarichi biomeccanici, rappresenta quindi una potenziale concausa sia alla reiterazione delle cause eziopatogenetiche del dolore muscoloscheletrico, sia alla cronicizzazione dello stesso, in una sorta di “circolo vizioso” per cui lo spasmo muscolare determina dolore, che predispone al peggioramento della condizione di spasmo muscolare antalgico. Al fine di prevenire la cronicizzazione del dolore e, al contempo, di sostenere l’intervento fisioterapico con esercizio terapeutico, è utile associare ai protocolli riabilitativi di esercizio e con terapie fisiche strumentali, la nutraceutica. Formulazioni a base di componenti come il Magnesio bisglicinato, il Beta-Cariofillene ed estratti di Boswellia possono contribuire alla riduzione della sintomatologia e alla regolarizzazione del tono muscolare in modo complementare agli interventi fisioterapici.
DOLORI MUSCOLARI: QUANDO I MUSCOLI SONO LA CAUSA DI CERVICALGIA E LOMBALGIA
La maggior parte dei pazienti di interesse fisioterapico per problematiche muscoloscheletriche lamentano dolore in corrispondenza della colonna vertebrale cervicale (cervicalgia) o lombare (lombalgia). Com’è noto, nella maggior parte dei casi, questo tipo di sintomatologia non consente di giungere a una puntuale diagnosi causale strumentale, portando il medico a una diagnosi di cervicalgia o lombalgia “aspecifica”. In particolare, se in possesso di esami strumentali (generalmente una Risonanza Magnetica Nucleare), i pazienti riconducono la sintomatologia dolorosa alla presenza di degenerazione a carico dei dischi intervertebrali (discopatie) con protrusioni o ernie discali, trascurando o sottovalutando il fatto che deve essere sempre considerata (e quindi trattata) anche la componente muscolare del dolore a carico del rachide. Questo perché, in molti casi, è proprio il protratto stato di contrazione muscolare a determinare il dolore; in tutti gli altri casi il muscolo si presenta generalmente contratto in conseguenza di un differente stimolo algogeno (i.e. spasmo muscolare antalgico). L’interessamento muscolare, quindi, è sempre da considerare nel paziente con dolore: sia esso una componente causale del sintomo lamentato dal paziente, sia esso una conseguenza dello stesso. Invece, in mancanza di un corretto approccio educazionale e informativo, il paziente è generalmente portato a credere che l’unica causa della sua sintomatologia sia la protrusione evidenziata all’imaging, sulla quale non ha modo di intervenire direttamente modificando le sue abitudini comportamentali o impostando un programma di esercizi terapeutici. È quindi cruciale che medici e professionisti dalla Riabilitazione cooperino nell’attività informativa e formativa rivolta al paziente per evidenziare l’importanza causale del muscolo e, di conseguenza, l’imprescindibile importanza dell’esercizio terapeutico ai fini della risoluzione della sintomatologia acuta e della prevenzione di successive riacutizzazioni.
LE CAUSE EZIOPATOGENETICHE DEL DOLORE MUSCOLARE PERSISTENTE
La sintomatologia dolorosa protratta a carico del rachide cervicale (cervicalgia), delle spalle (omalgia) del rachide lombare (lombalgia) e degli arti inferiori è spesso conseguente e spasmi muscolari, contratture muscolari, problematiche fasciali o Delayed Onset Muscle Soreness (DOMS), le mialgie a insorgenza ritardata che si manifestano a seguito di sovraccarichi muscolari (come dopo un’attività sportiva o lavorativa particolarmente intensa, senza adeguati periodi di riposo). Risulta quindi di particolare interesse approfondire quali composti nutraceutici possano contribuire a controllare il dolore lamentato dal paziente e a risolvere lo stato di protratta contrazione muscolare. A questo scopo, nei paragrafi seguenti, verranno discussi a scopo esemplificativo alcuni dei composti nutraceutici o di integrazione alimentare maggiormente utilizzati e con maggiori evidenze in letteratura per il trattamento del paziente con disturbi muscolo-scheletrici.
MAGNESIO BISGLICINATO: IL RUOLO SULLA FUNZIONE MUSCOLARE
Tra i nutrienti più frequentemente associati alla funzionalità muscolare è sicuramente noto il ruolo del magnesio: uno dei micronutrienti maggiormente rappresentati all’interno del corpo umano, coinvolto in numerose reazioni biochimiche come il controllo dell’attività neuronale e vasomotoria, dell’eccitabilità cardiaca e della contrattilità muscolare. Il ruolo del magnesio è particolarmente rilevante nell’alleviare l’indolenzimento muscolare e le mialgie, con particolare riguardo ai DOMS. Questa attività è dovuta al fatto che i canali ionici del Calcio coinvolti nella regolazione del tono muscolare e della contrazione, dipendono dalla presenza di magnesio intracellulare, in particolare per la stimolazione e l’attività del sistema di trasporto del calcio nelle membrane del reticolo sarcoplasmatico. Il magnesio agisce, in un certo senso, come antagonista degli ioni Calcio, determinando il noto effetto rilassante sul muscolo scheletrico. Un muscolo a riposo presenta una concentrazione di ioni magnesio circa 10.000 volte superiore a quella degli ioni Calcio; con l’arrivo del potenziale d’azione il Calcio viene rilasciato dal reticolo sarcoplasmatico e sostituisce lo ione Magnesio nei siti di legame. In condizioni di ipomagnesiemia è sufficiente una più bassa concentrazione di Calcio per facilitare la contrattilità muscolare; questo determina l’ipercontrattilità e le mialgie caratteristiche degli spasmi muscolari protratti e dei crampi muscolari. Per questi motivi, esistono evidenze di letteratura a supporto dell’efficacia di adeguati livelli di Magnesio nella prevenzione dei crampi a riposo che possono manifestarsi durante il periodo gravidico.