Con artrosi d’anca si definisce un processo degenerativo dell’articolazione stessa che avviene con l’avanzamento dell’età, ma che spesso può anche essere connessa ad altri fattori come attività sportive ad alto impatto e lavori particolarmente pesanti. Infatti stress ripetitivi e sovraccarichi biomeccanici a livello dell’articolazione, soprattutto in presenza di un’anomalia anatomica, sembrano essere le probabili cause di insorgenza di artrosi. La patologia si manifesta nel sesso femminile con una prevalenza maggiore dopo i 50 anni, mentre gli uomini tendono a soffrirne prima. In entrambi i casi avviene una graduale perdita della qualità di vita e delle ADL quotidiane e parallelamente si riscontra un incremento del dolore e della disabilità. Il processo degenerativo si manifesta con la progressiva perdita di cartilagine articolare ed è accompagnato da un processo riparativo con crescita di osteofiti e rimodellamento osseo. Il sistema più comune per misurare la gravità del fenomeno degenerativo è la classificazione di Kellgren Lawrence (K&L) che utilizza una scala a cinque punti per misurare la sempre maggiore gravità. I gradi K&L più elevati attestano una riduzione dello spazio articolare, un maggiore coinvolgimento degli osteofiti e una sclerosi subcondrale .Alcuni studi hanno valutato che i muscoli profondi dell’anca svolgono un importante ruolo stabilizzatore durante i movimenti dell’articolazione, inoltre intervengono nell’assorbimento degli urti e nella protezione dell’articolazione da schemi di movimento aberranti. Pertanto rafforzando i muscoli stabilizzatori profondi dell’anca, in particolare gli abduttori profondi e i rotatori esterni, si cerca di ridurre il più possibile fenomeni di contatto articolare.
MANAGEMENT DELLA PATOLOGIA
Il trattamento conservativo risulta la prima scelta nella gestione della sintomatologia e si basa sull’impiego di alcune strategie:
A cura di Pagnanelli T.