Orari sfalsati, luci artificiali, uso di schermi e tablet prima di addormentarsi e crescenti condizioni di stress: sono tanti i motivi che determinano un sonno disturbato che a sua volta può portare, nel lungo periodo, a problemi di salute generale. A parlarne a Sanità33 è Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia, a pochi giorni dalla chiusura dell’evento Sleeping light, che si è tenuto l’11 giugno a Milano e che è stato l’occasione per fare il punto sui recenti studi sull’insonnia cronica, in particolare su diagnosi e trattamento.
Mencacci sottolinea che dal momento che i disturbi del sonno sono una minaccia per la salute, “i medici, dagli specialisti al medico di base, devono esplorare quest’area fondamentale, che è spesso associata ad comorbilità non solo di natura psichica, ma anche cardiologica, metabolica e neurologica, come il declino cognitivo”. L’insonnia, dunque, “non ha un impatto solo nelle 24 ore, ma anche a medio e a lungo termine prosegue l’esperto basti pensare all’allarme lanciato dai cardiologi secondo i quali chi soffre di disturbi del sonno ha un rischio di infarto del 69% più alto, nei nove anni a seguire”.
Un altro luogo comune da superare è che gli uomini siano più colpiti dall’insonnia. In realtà, come spiega Mencacci, “le donne sono più sensibili e più esposte a questo tipo di disturbi, che sono anche un fattore predittivo per l’insorgenza della depressione, che nel genere femminile ha una prevalenza doppia, se non tripla, in alcuni periodi”. E a dimostrare il ruolo che riveste il sonno a livello di riduzione del rischio di depressione “c’è un recentissimo lavoro su Nature Mental Health ricorda Mencacci che inserisce un sonno adeguato tra i sette fattori di stile di vita da seguire, in grado di ridurre il rischio di depressione del 22%”.
La diagnosi dei disturbi del sonno diventa, quindi, un passaggio chiave. “La cosa più semplice consiglia l’esperto rivolgendosi ai medici è domandare come dorme una persona ed entrare nel merito se riferisce difficoltà nell’addormentamento, se ha un sonno frammentato o un risveglio precoce e come gestisce i ritmi sonno/veglia. È vero che vi sono aspetti che non dipendono dalla persona, legati ai cronotipi conclude Mencacci ma in molti casi conta l’attenzione al sonno: tante piccole accortezze che dicono che il sonno è fondamentale per la nostra salute”.