L’innovazione dirompente nel settore oncologico sta rapidamente pervadendo la pratica clinica quotidiana, con ricadute non solo sui percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti, ma anche su tutti gli operatori sanitari coinvolti che si ritrovano a pensare ed operare in sistemi complessi. La rapidità di evoluzione delle conoscenze e le nuove opportunità di cura definiscono un rinnovato profilo del paziente oncologico, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 65% nelle donne e del 59% negli uomini, superiore alla media europea, generando un dato di prevalenza di oltre 3,6 milioni di persone che convivono con trattamenti e/o controlli e di cui oltre il 60% sono anziani e con comorbidità. Si rende pertanto necessario un nuovo approccio di cura dentro e fuori l’ospedale, una organizzazione ad elevata interconnessione dove l’interdisciplinarietà e la multi-professionalità caratterizzano i percorsi in un continuum dentro e fuori l'ospedale fino al domicilio. In un tale processo di cambiamento assume un ruolo chiave il Primario della struttura di Oncologia Medica ospedaliera, che deve integrare le proprie competenze clinico professionali con nuove capacità ed attitudini. Il Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) ha realizzato nel 2023 il "Manifesto per il profilo del Primario Oncologo Medico Ospedaliero oggi" che mette a fuoco 5 aree relative ai cambiamenti in corso del contesto oncologico del Paese, cui corrispondono nuovi set di competenze, capacità e abilità professionali ed umane: capacità di proiettarsi oltre i confini della propria struttura, farsi parte attiva anche nella prevenzione e nell’adesione agli screening, settori oggi scollegati da chi si occupa di cura e assistenza; costruire percorsi integrati in una logica di rete multilivello a elevata interconnessione con altre specialità, garantendo continuità tra ospedale e territorio. Le strutture territoriali, pur diversificate tra le molteplici realtà regionali, acquisiranno progressivamente il ruolo di setting privilegiati di assistenza per pazienti che non necessitano di cure ospedaliere, potendo garantire in sicurezza offerta di prestazioni oncologiche a minor intensità. All’interno della propria struttura al Primario è richiesta: una gestione flessibile delle risorse disponibili rispetto ad un’utenza oncologica prevalente in continua crescita; l’adozione di modelli organizzativi che tengano conto della realtà in cui opera, della dimensione e della specificità del relativo contesto; il coordinamento e l’integrazione di superesperti di patologia mantenendo una visione sistemica; l’esercizio di un governo clinico unitario attraverso una gestione integrata e flessibile delle cure; l’implementazione di una cultura di presa in carico globale della persona malata che comprenda la dimensione medica, psicologica e sociale.
Sono queste alcune delle competenze oggi sempre più richieste a chi dirige una struttura di Oncologia medica ospedaliera.
Il Manifesto, diffuso sia nella comunità professionale che presso gli enti istituzionali, quale possibile strumento di indirizzo in area di formazione, aggiornamento e selezione, è soltanto il primo passo di una serie di azioni che il CIPOMO ha avviato volte a sostenere la performance delle strutture di Oncologia medica ospedaliera e ad una migliore e più puntuale definizione del loro ruolo in una Rete Oncologica Regionale. Il tutto nella consapevolezza dei vincoli, anche economici, e delle possibilità rispetto alle sfide che possiamo affrontare ed ai limiti di cui tenere conto. La metamorfosi dell’Oncologia, dentro e fuori l’ospedale, è un banco di prova per il nostro Servizio Sanitario Nazionale che necessita, nel contempo, di una forte risposta anche dalle istituzioni governative per realizzare, insieme, un ripensamento dell’intera offerta sanitaria e socio-sanitaria del settore oncologico.
Luisa Fioretto
Presidente Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO)
Direttore Dipartimento Oncologico A.S. Toscana Centro