Mentre lavorava nel laboratorio di una profumeria il chimico francese René-Maurice Gattefossè si ustionò una mano e per reazione la immerse nella bacinella più vicina, che conteneva olio essenziale di lavanda. La mano guarì rapidamente e senza cicatrici. Così Gattefossè capì che le proprietà curative dell’olio di lavanda erano molto superiori a quelle dei preparati di sintesi a cui stava lavorando, e dedicò la sua ricerca agli oli essenziali e alle loro proprietà fisiche ed aromaterapiche.
Gli oli essenziali interagiscono con il nostro corpo dal punto di vista fisico e psichico. Se inalate, le molecole di olio essenziale si dissolvono nel muco nasale che è dotato di milioni di recettori. Da qui gli impulsi corrono lungo le fibre nervose e arrivano alla cavità del cranio verso il sistema limbico. Il sistema limbico viene stimolato in modo diretto, è una delle aree del cervello più antiche a livello evolutivo, controlla i ricordi, gli istinti e le funzioni vitali. Per questo gli stimoli olfattivi sono così evocativi e potenti: qualsiasi altra esperienza sensoriale compie un percorso molto più lungo prima di essere registrata, e la registrazione avviene in un’area del cervello molto più sofisticata. Allo stesso tempo, le molecole partecipano allo scambio gassoso tra gli alveoli polmonari e i capillari, penetrando nel sistema circolatorio.
Questi sono i meccanismi di base per cui gli oli essenziali, veri e propri principi attivi vegetali, sono così benefici per noi. Le proprietà sono tantissime, ogni chemiotipo ne possiede innumerevoli. Utilizzare prodotti di alta qualità è essenziale per garantire la massima efficacia e sicurezza nell'uso.
Quando parliamo di fito-aromaterapia entriamo, quindi, in un ambito dai confini sfumati, nel quale medicina naturale e cosmetica botanica si incontrano. La struttura di un olio essenziale è complessa e possiede molteplici proprietà terapeutiche. Lo sa bene Barbara Pozzi e tutto il gruppo di Olfattiva, brand italiano che diffonde profumi, cosmetici e strumenti per l’aromaterapia con un lavoro certosino sulle materie prime.
Abbiamo chiesto a Barbara Pozzi di raccontarci cosa si intende per "profumeria botanica", ecco le sue parole:
La profumeria botanica ha parametri diversi da quella convenzionale: è l'arte di comporre profumi utilizzando estratti di pianta. Lavorando materie prime vive, completamente naturali, si ottengono ingredienti da fiori, foglie, radici, semi e baccelli, bucce degli agrumi. La creazione di un profumo botanico è un processo affascinante per molte ragioni: una di queste è legata al fatto che le materie naturali vive di cui è composto portano con sé la storia e l'energia delle terre in cui le loro piante sono cresciute.
Oltre a essere molto gradevoli all'olfatto, gli oli essenziali hanno proprietà aromaterapiche che influenzano il piano psichico ed emotivo. Quando si compone un profumo botanico si interviene pensando a una sinergia di oli essenziali in termini sia estetici sia benefici per la persona. C’è una stretta relazione tra il profumo della pianta e il suo messaggio, si dice "un naso sceglie ciò che l'anima vuole". Questo significa che spesso siamo attratti in modo istintivo dalle piante di cui in quel momento abbiamo bisogno.
La profumeria botanica evita le molecole di sintesi per ottenere qualsiasi risultato olfattivo: non si utilizzano fissatori, coloranti, stabilizzatori ma soltanto oli essenziali, ottenuti con processi estrattivi sostenibili e rispettosi per far emergere il concetto che è la Natura il vero Profumiere.
Olfattiva non ci offre solo la storia di un brand. Ci fa comprendere che normalmente poniamo poca attenzione a quello che annusiamo e respiriamo. Ci fa riflettere sul potere che hanno le piante nella nostra vita quotidiana e su quanto abbiamo ancora da imparare dal mondo vegetale. Ci fa anche pensare a quegli odori, non sempre piacevoli, che riceviamo nei luoghi preposti alla salute e alla cura. Luoghi che, olfattivamente parlando, non sempre restituiscono quella giusta percezione di buono, piacevole, salutare.
A cura di Alessandra Ciccotosto