Riordino delle agende di ospedali e ambulatori pubblici e privati convenzionati, tempi stretti per le visite, consegna dei referti in 3-5 giorni. E da lunedì 6 maggio l’attività degli ambulatori diagnostici si estende dalle 16 alle 20 e al sabato mattina per le prestazioni dove si attende di più. Sono le novità approvate in Lombardia nella delibera di giunta “Ulteriori determinazioni in ordine al contenimento dei tempi di attesa” il 22 aprile. Alla presentazione c’era il governatore Attilio Fontana con l’Assessore Guido Bertolaso. Da maggio, le Ats dovranno garantire almeno il 60 % degli slot delle agende per le prestazioni di specialistica ambulatoriale a canali esterni della Rete regionale di prenotazione quali Contact center, cittadino online, o farmacie. Le Ats dovranno vincolare il 10% del budget dei privati al raggiungimento di obiettivi individuati dalle stesse Ats. Metà di questa quota arriverà dall’aumento del 10% delle prime visite e del 5% di ecografie, endoscopie ed altra diagnostica strumentale. Tra aprile e dicembre gli ospedali pubblici dovranno garantire 4,1 milioni di prestazioni, di cui 1,5 milioni di prime visite e 2,5 milioni di esami, mentre gli ospedali privati convenzionati dovranno effettuare 3,1 milioni di prestazioni tra quelle rientranti nel Piano nazionale gestione liste di attesa, di cui 1,25 milioni nell’area dell’Ats Milano. Novità importante: in caso di indisponibilità della prestazione nei tempi fissati, la struttura chiamata dal cittadino si attiverà per individuare altri Enti pubblici o privati accreditati del territorio; e se nulla trova, la struttura erogherà la prestazione in libera professione con oneri a proprio carico escluso il ticket. Altresì, se il paziente rinuncia alla prima disponibilità offerta nei tempi nel territorio di assistenza non potrà richiedere di fruire della prestazione in libera professione, come del resto se si prenota volontariamente nel privato o in intramoenia non potrà poi chiedere il rimborso della spesa sostenuta. La direzione Welfare monitorerà ogni mese per correggere eventuali criticità nei territori.
La nuova delibera prevede, inoltre, dei “tempari”, cioè dei limiti di tempo per la durata di esami e visite e tempi ridotti per la consegna dell’esito degli esami. Un'ecografia all'addome non dovrà durare più di un quarto d’ora; dovranno bastare 20 minuti per una prima visita dal cardiologo o dal ginecologo; 30 per una risonanza magnetica; 45 per una polipectomia. I tempi più frequenti di esecuzione rilevati presso gli enti pubblici, che la delibera elenca per ogni prestazione, faranno da parametro. «Non andremo a controllare con il cronometro», precisa l'assessore al Welfare Guido Bertolaso. «Stiamo dando delle indicazioni di massima. L'importante è organizzare nel modo migliore la sanità pubblica e privata di questa regione. Vi sono eccellenze, un patrimonio di conoscenze e di risorse umane straordinario, che però ha bisogno di essere organizzato». La delibera riduce poi i tempi di consegna degli esiti degli esami di screening. L’esito della mammografia va rilasciato a 5 giorni dalla prestazione. I centri screening dovranno avvisare le pazienti con esito positivo entro 3 giorni e non oltre i 5 giorni; l’esito del test del sangue occulto nelle feci per lo screening del colon retto va pubblicato nel fascicolo sanitario elettronico a 7 giorni dalla data di esito. I centri screening dovranno avvisare i pazienti con esito positivo entro 3 giorni e non oltre i 6 giorni. È previsto l'invito allo screening alla mammella per tutte le pazienti tra 45 e 74 anni, per il colon retto a tutta la popolazione 50-74 anni e per la prevenzione dei tumori della cervice uterina alle donne 25-29 anni. Gli esami di approfondimento dovranno rispettare tempi rapidi: colonscopia entro 30 giorni dal test di primo livello positivo; per lo screening mammografico entro 28 giorni dal test positivo; per lo screening della cervice uterina entro 45 giorni. La nuova delibera è coperta con 60,95 milioni, due terzi per le strutture pubbliche e un terzo ai privati. Commenta Sergio Dompè vicepresidente Assolombarda con delega alle lifescience: «Si tratta di un grande segnale del sacrificio che Regione Lombardia sta cercando di fare per mettere in testa a tutti la priorità del cittadino. Facendo un confronto con tempi e capacità di risposta negli altri Paesi, per rapporto qualità/prezzo nessun sistema sanitario è come noi. Francia e Germania spendono quasi il 30% in più».