Il nuovo Accordo Pandemico dell'OMS, appena rilasciato, ha destato attenzione e critiche. Come preannunciato in un editoriale del Lancet, il documento non soddisfa appieno gli obiettivi dichiarati di responsabilità. Gli Stati sono chiamati a fare alcuni impegni significativi, ma manca una proposta su come monitorare l'attuazione di tali impegni.
Persistono, infatti, sono molte ambiguità, tra cui la portata e il focus delle revisioni triennali, la frequenza e il formato della segnalazione dei Paesi e le conseguenze se gli Stati non riescono o rifiutano di segnalare i loro obblighi di attuazione del trattato. Una nuova frase è anche comparsa in questo bozza, soggetta alle leggi nazionali, compare sei volte: “Con questa disposizione, le parti possono esimersi dagli obblighi di segnalazione chiave se considerano le informazioni richieste confidenziali o private”; ciò può potenzialmente ridurre i livelli di collaborazione internazionale perché non è chiaro su che criterio gli Stati debbano definire determinate informazioni come confidenziali o private. Inoltre, rispetto alla bozza dell'ottobre 2023, molti riferimenti a impegni o attuazione sono stati attenuati e sostituiti con parole come “da promuovere” o “incoraggiare”.
Ci sono indicazioni che potrebbe però essere aperto uno spiraglio a nuove disposizioni in tema di responsabilità. Oltre alle chiamate per revisioni di monitoraggio della preparazione con il supporto dell'OMS ogni 5 anni, vi è un riferimento alle revisioni periodiche di due nuovi meccanismi da istituire nell'ambito del trattato, il ‘WHO Pathogen Access and Benefits-Sharing System’ e il ‘WHO-convened Global Supply Chain and Logistics Network’.
L’analisi Lancet, tuttavia, evidenzia anche alcuni aspetti positivi. L'inclusione di una Conferenza delle Parti (COP), composta da firmatari di organizzazioni economiche regionali e statali, eleva la governance spostandola al di fuori dell'Assemblea Mondiale della Sanità. La COP esaminerà ampiamente l'attuazione ogni 3 anni, con le parti statali che riporteranno regolarmente attraverso un Segretariato. La COP è esplicitamente autorizzata a considerare informazioni da attori non statali, una strategia provata in altri trattati per consentire una valutazione indipendente su se gli Stati forniscono informazioni credibili e robuste. La COP può inoltre creare organi aggiuntivi sotto di essa, consentendo la potenziale creazione di un comitato di conformità.
Il documento, in sintesi, conclude che, sulla base dell'esperienza dei trattati precedenti, il controllo frammentario e attualmente non chiaramente definito dal documento OMS probabilmente non sarà efficace per la gestione globale di future epidemie e pandemie. Inoltre, senza un meccanismo di responsabilità esplicito incorporato nel trattato, non c'è modo di valutare se le parti adempieranno o meno a questi impegni.
L'evidenza è chiara: il monitoraggio del rispetto da parte degli Stati contribuisce all'attuazione efficace del trattato. Lasciare un meccanismo di conformità da decidere in un secondo momento rende vaga la responsabilità dei singoli Stati. Senza un obbligo formale di monitoraggio, l'accordo si basa esclusivamente sulla buona fede e, come dimostrato dalla risposta alla COVID-19, ciò non è sufficiente a garantire una risposta efficace ed equa.