
In Italia sono circa 6 milioni le persone con problemi alla tiroide: si tratta in prevalenza di patologie non gravi e curabili. La diffusione di queste malattie, soprattutto nel genere femminile e spesso all'interno dello stesso nucleo familiare, rende centrali i temi della predisposizione genetica e della familiarità. Allo stesso modo, la necessità di individuarle tempestivamente e poter garantire una buona qualità di vita a chi ne è affetto, apre le porte al tema della cronicità.
In occasione della settimana della tiroide, da lunedì fino al 28 maggio, dalle società scientifiche arriva un documento, condiviso con l'Istituto Superiore di Sanità, proprio su questi temi. "Attraverso il documento - sottolinea
Marcello Bagnasco, presidente Ait, Associazione Italiana Tiroide - vogliamo chiarire i dubbi supredisposizione genetica e familiarità, primo fra tutti il preconcetto che siano termini intercambiali: la familiarità ad una patologia, anche tiroidea, prende in considerazione fattori genetici, ma anche ambientali, alcuni dei quali conosciuti e modificabili. Al contrario, anche all'interno delle alterazioni genetiche, si distinguono quelle che sono causa di malattie ereditarie da quelle non trasmissibili". Dal documento si evince che non sono indicate procedure di screening mediante ecografia ai familiari di persone portatrici di gozzo o noduli della tiroide e che per le malattie autoimmuni, responsabili di ipotiroidismo e ipertiroidismo, esiste una predisposizione su base multigenica, insieme all'intervento di fattori ambientali, tra cui il fumo, gli eventi stressanti importanti e l'esposizione a inquinanti (detti interferenti endocrini). Anche in questi casi, non sarà necessario sottoporre figli sani di persone con malattie autoimmuni della tiroide a screening di funzione tiroidea, a meno che non compaiano sintomi quali, per esempio, stanchezza, ansia, irrequietezza e palpitazioni. Invece, pur in assenza di sintomi, la funzione tiroidea deve essere monitorata in caso di pianificazione di gravidanza. Infine, solo rare forme di tumori tiroidei hanno carattere ereditario, in particolare il tumore midollare: accanto alla forma sporadica, infatti, che corrisponde al 75 per cento di tutti i casi, esiste anche una base di carattere ereditario, pari 25 per cento.