Stretta su sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato e divieto di fumo in luoghi all'aperto se ci sono nelle vicinanze minori e donne incinte. È quanto ha annunciato il ministro della Salute
Orazio Schillaci in audizione in Commissione Affari sociali della Camera. L'intenzione di Schillaci è «affrontare la prevenzione e il contrasto del tabagismo, tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia, per conseguire l'obiettivo sfidante del Piano Europeo contro il cancro 2021». Schillaci vuole «creare una 'generazione libera dal tabacco', nella quale meno del 5% della popolazione consumi tabacco entro il 2040». A 20 anni dalla legge Sirchia, che sancì per la prima volta in Italia il divieto di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico, potrebbe arrivare nel nostro Paese una nuova svolta sul fumo. La norma del 2003 aveva contribuito a ridurre significativamente il numero di fumatori in Italia, m, di recente, la tendenza si è invertita. Complice anche l'avvento delle sigarette elettroniche.
Ecco perché Schillaci intende proporre: «L'aggiornamento e l'ampliamento dell'articolo 51 della legge 3/2003 per: estendere il divieto di fumo in altri luoghi all'aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo (sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato); estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai device dei prodotti del tabacco riscaldato». Come ricorda l'Istituto superiore di sanità (Iss), infatti, «il fumo non è responsabile del solo tumore del polmone, ma è anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie e cardiovascolari» tanto che, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), entro il 2030 provocherà 8 milioni di morti l'anno nel mondo.
In quest'ottica, ha proseguito «è necessario e strategico» anche «il recepimento entro il 23 luglio 2023 della direttiva della Commissione Europea sull'eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato», per «consentirne l'entrata in vigore dal 23 ottobre 2023». L'obiettivo del ministro, che è anche professore ordinario di Medicina Nucleare all'Università di Tor Vergata, è che «i molteplici interessi correlati ai prodotti del tabacco, che coinvolgono i Dicasteri economici, non prevalgano sulla tutela della salute». In 10 anni, come certificato da Istat, la legge Sirchia portò alla riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno e alla diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco. La battaglia contro il tabagismo, però, era tutt'altro che conclusa. Nel 2015, veniva emanato il Decreto Legislativo che recepiva la Direttiva europea 2014/40: nel pacchetto dell'allora ministro Beatrice Lorenzin, vi erano, tra l'atro, l'obbligo di foto dei danni da fumo sui pacchetti unito al Numero Verde per aiutare a smettere (800.554.088), il divieto di additivi che rendono più attrattivo il tabacco e l'abolizione dei pacchetti da 10. Eppure, che si tratti di bionde o di tabacco sfuso, ancora nel 2022, secondo i dati dell'Iss, quasi un italiano su 4 (il 24% della popolazione) era un fumatore, e il trend è in ripresa dopo anni di calo. Mentre l'aumento è costante per le persone, in genere giovanissimi, che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019.