Professione medica
Mortalità
03/07/2022

Tumori, in Italia diminuisce mortalità. Studi in corso su 11 patologie onco-ematologiche

In Italia, in sei anni, la mortalità per cancro è diminuita del 10% negli uomini e dell'8% nelle donne. Sono 3,6 milioni i cittadini che vivono dopo la diagnosi, un paziente su quattro (oltre 900mila persone) ha la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può essere considerato guarito. Conquiste significative, a cui hanno contribuito in modo decisivo le campagne di prevenzione e le terapie innovative, che permettono in molti casi di cronicizzare la malattia o di ottenere la guarigione, con consistenti risparmi per il sistema sanitario. Il nuovo paradigma della lotta al cancro è costituito dalla possibilità di anticipare i trattamenti in fase precoce, cioè prima (terapia neoadiuvante) o dopo (adiuvante) l'intervento chirurgico, per aumentare il numero di pazienti cronici o guariti. Una sfida che vede in prima fila AstraZeneca, che oggi e domani a Roma, al Centro Congressi La Nuvola, organizza un evento scientifico di alto livello con i più importanti esperti. Con 97 progetti in studio, l'azienda è impegnata nell'identificare soluzioni terapeutiche innovative per 11 patologie onco-ematologiche. «È in corso una vera rivoluzione nella terapia del cancro del seno, basata su cure sempre più mirate ed efficaci - afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM -. Si sta delineando infatti un nuovo sottotipo, cioè con bassa espressione della proteina HER2, che ha importanti conseguenze terapeutiche, perché può ridefinire la cura per circa la metà delle pazienti colpite dalla malattia metastatica, oggi non trattate con terapie mirate perché considerate HER2 negative».

Il programma di sviluppo clinico dimostra l'impegno di AstraZeneca per un trattamento sempre più precoce di diversi tipi di neoplasia, e dall'altro, continua a sviluppare terapie per patologie metastatiche o resistenti, a partire dal tumore della mammella, il più frequente nel nostro Paese con 55mila nuove diagnosi ogni anno. «Sono importanti anche i risultati della ricerca nei tumori della mammella ereditari in stadio precoce, insorti in donne con mutazione in uno o entrambi i due geni specifici denominati BRCA1 e BRCA2 - continua il Presidente AIOM -. Olaparib, terapia mirata capostipite della classe dei PARP inibitori, colpisce le mutazioni di questi geni, per ridurre ulteriormente il rischio di recidiva e aumentare le probabilità di guarigione». «Olaparib ha aperto l'era della medicina di precisione anche nel tumore della prostata, la neoplasia più frequente negli uomini con 36mila nuove diagnosi ogni anno nel nostro Paese - spiega Romano Danesi, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana -. La molecola ha più che triplicato la sopravvivenza libera da progressione radiologica, garantendo una buona qualità di vita. Il test BRCA diventa quindi uno step fondamentale nella diagnosi e nella scelta del trattamento non solo dei tumori della mammella e dell'ovaio ma anche del carcinoma prostatico metastatico».

La strada verso la cronicizzazione è stata aperta dai tumori del sangue, infatti oggi il 70% dei pazienti colpiti da patologie oncoematologiche è vivo a 10 anni dalla diagnosi o può essere considerato guarito. La guarigione è da tempo realtà nella maggior parte dei tumori del sangue. La leucemia linfatica cronica, con 3.400 nuove diagnosi ogni anno in Italia, è la più frequente fra le leucemie. La tradizionale immuno-chemioterapia è ancora efficace, ma solo in alcuni casi. «Dopo la revisione delle linee guida europee, che ha ridotto i pazienti candidabili a questo approccio, le terapie mirate sono destinate a diventare sempre più lo standard di cura», sottolinea Armando Santoro, Direttore dell'Humanitas Cancer Center all'Istituto Clinico Humanitas IRCCS di Rozzano. «La nostra pipeline di studi copre quasi tutte le principali tipologie di cancro, molte sono considerate difficili da trattare e non beneficiano di innovazioni terapeutiche da molti anni - conclude Mirko Merletti, Vice Presidente Oncology AstraZeneca -. In questo senso, si stanno aprendo prospettive importanti anche nei tumori del fegato e delle vie biliari. Grazie alla diagnostica inoltre siamo in grado di identificare i pazienti con più probabilità di beneficiare di un particolare trattamento. Abbiamo lavorato allo sviluppo di piattaforme diagnostiche di testing sul territorio nazionale come AZFastNet, oggi riferimento unico nel Paese per il Sistema Sanitario e la comunità scientifica nell'ambito della medicina di precisione in oncologia e dei dati genetici. Siamo infine impegnati nella promozione di progetti volti a far sì che si acceleri la diagnosi e si arrivi a una cronicizzazione del cancro. Ad esempio, siamo partner fondatori della 'Lung Ambition Alliance', che ha l'obiettivo di superare le barriere allo screening e alla diagnosi precoce del tumore del polmone. In questo modo i pazienti possono avere a disposizione più alternative terapeutiche e maggiori chance di sopravvivenza e di cura».
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