"Per quasi 18 mesi, gli operatori sanitari e socio-sanitari di tutto il mondo hanno lavorato tra la vita e la morte, hanno salvato innumerevoli vite e hanno combattuto per altri che, nonostante i loro migliori sforzi, non ce l'hanno fatta. Molti si sono infettati a loro volta e, sebbene le segnalazioni siano scarse, stimiamo che almeno 115.000 operatori abbiano pagato il prezzo più alto al servizio degli altri". Lo sottolinea il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità,
Tedros Adhanom Ghebreyesus, ricordando l'impegno degli operatori sanitari, spesso pagato con la vita, nella lotta a Covid-19, in apertura della 74esima Assemblea mondiale della sanità.
"Operatori sanitari e socio-sanitari fanno cose eroiche - ha affermato Tedros - ma non sono super eroi. Sono umani come il resto di noi. Sudano e giurano, ridono e piangono, hanno paura e speranza. Molti si sentono frustrati, impotenti e non protetti, per la mancanza di accesso ai dispositivi di protezione individuale e ai vaccini e agli strumenti per salvare vite umane. Dobbiamo loro così tanto - riconosce Tedros - eppure spesso, a livello globale, questi operatori non hanno ancora le protezioni, le attrezzature, la formazione, la paga dignitosa, le condizioni di lavoro sicure e il rispetto che meritano". "Ogni Stato membro deve proteggere la sua forza lavoro sanitaria e assistenziale e investire in essa con urgenza", è l'appello di Tedros, che chiede di "prendere in considerazione due progetti di risoluzioni sul personale sanitario, adottarli e, soprattutto, attuarli in ogni Paese". Il Dg dell'Oms si è soffermato anche sulla situazione vaccini per evidenziare come "più del 75% di tutti i vaccini è stato somministrato in soli 10 Paesi. Non c'è un modo diplomatico per dirlo: un piccolo gruppo di Paesi che producono e acquistano la maggior parte dei vaccini disponibili, controlla il destino del resto del mondo" ha detto Tedros nel suo intervento, lanciando un appello agli Stati membri affinché sia "vaccinato almeno il 10% della popolazione di ogni Paese entro settembre" e affinché si possa "raggiungere il nostro obiettivo di vaccinare almeno il 30% entro la fine dell'anno".
"Questo è fondamentale - sottolinea Tedros - per fermare malattie gravi e morti, mantenere i nostri operatori sanitari al sicuro e riaprire le nostre società ed economie". Ma tagliare il traguardo del 10% di immunizzati nel pianeta entro settembre "significa che dobbiamo vaccinare 250 milioni di persone in più nei Paesi a basso e medio reddito in soli 4 mesi, inclusi tutti gli operatori sanitari e i gruppi più a rischio come prima priorità", esorta il Direttore generale dell'Oms.