ago312021
Vaccini Covid e terza dose, al via in Israele. Oms: non è un lusso
«Ne ho parlato anche con
Anthony Fauci», l'immunologo Usa, «e abbiamo la stessa convinzione: la terza dose non è un richiamo 'di lusso', che si toglie a qualcuno che sta aspettando la prima dose. Ma è fondamentalmente un modo per proteggere le persone, le più vulnerabili». A sottolinearlo è
Hans Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa rispondendo a una domanda durante il briefing di aggiornamento sulla situazione Covid nell'area. «Allo stesso tempo - ha aggiunto - abbiamo bisogno di condividere» dosi con chi è più indietro nella campagna di immunizzazione, ha concluso Kluge, sottolineando l'importanza dell'equità nell'accesso alle vaccinazioni in tutti i Paesi, anche quelli a basso e medio reddito, e puntualizzando come si debba continuare sempre a «mantenere una pressione» costante contro il virus, anche «durante i periodi di tranquillità».
E se in Italia si parla di terza dose a partire dalla fine dell'anno, in Israele le autorità sanitarie hanno autorizzato la somministrazione di una terza dose di vaccino Pfizer a quanti, dai 12 anni in su, abbiano ricevuto le prime due oltre sei mesi fa. In un mese, oltre due milioni di israeliani hanno già ottenuto la terza dose. Israele è il primo paese al mondo a decidere in tal senso. Il ministero israeliano ha anche stabilito che tutti coloro che sono immunizzati con il booster al loro ritorno dall'estero in Israele non saranno più sottoposti a quarantena se risulteranno negativi al tampone al loro arrivo. Ora l'isolamento durava una settimana, due senza tampone. Nonostante ciò, il tasso di infezione di Covid registrato in Israele è stato del 7,81 %, il più elevato da febbraio. Si tratta, ha spiegato il ministero della sanità, di 6.576 casi positivi registrati su circa 90 mila tamponi. I malati gravi sono 731, e di essi 200 versano in condizioni critiche. Il numero dei decessi ha raggiunto la cifra di 6.990. Per quanto concerne l'Europa, Kluge lancia l'allarme sul rallentamento del ritmo delle vaccinazioni anti-Covid, sceso nelle ultime sei settimane del 14%. Il bilancio dei morti da Covid nel mondo ha superato i 4,5 milioni per la Johns Hopkins University. L'Oms intanto giudica affidabile una proiezione secondo cui entro il primo dicembre in Europa potrebbero contarsi altri 236mila morti. Il Gimbe lancia l'allarme per i 3,5 milioni di over 50 non vaccinati. L'Aifa fa sapere che aumentano le prescrizioni di monoclonali, +30% in sette giorni.
Priorità agli immunodepressi e agli anziani nella somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid. Lo ha rimarcato in un'intervista a Repubblica il presidente dell'Istituto superiore di Sanità e portavoce del Comitato tecnico scientifico
Silvio Brusaferro. «Per gli immunodepressi, come i trapiantati, si può già prevedere la terza dose - afferma - Poi ci sono gli anziani, che hanno per natura un sistema immunitario più fragile e per i quali la eventuale terza dose è un ulteriore stimolo». Oltre ai fragili, ricorda Brusaferro, da vaccinare con la terza dose ci sono anche le «categorie a rischio».
Il ritorno a scuola potrebbe avere un impatto sulla curva dei contagi, «ma se siamo protetti e facciamo attenzione - spiega il presidente dell'Iss - la possibilità di garantire lezioni in presenza, che è la priorità, è molto consistente. Bisogna comunque essere pronti con i test, il tracciamento e le quarantene». Dello stesso parere anche il presidente della Fnomceo,
Filippo Anelli, la terza dose «va sicuramente fatta agli immunocompromessi, per i quali il vaccino risponde meno e sono quelli che vanno incontro anche a complicanze maggiori. E su questo non ci sono obiezioni etiche».