Attualità
26/05/2022

Tumore polmonare, presentato il Manifesto PolmoniAMO. L'obiettivo è migliorare sopravvivenza pazienti

Lo screening del tumore del polmone può evitare ogni anno, in Italia, oltre 5.000 decessi. Con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-dose computed tomography, Ldct) è possibile aumentare il numero delle diagnosi in fase precoce dall'attuale 25% fino al 60%, consentendo di candidare i pazienti a intervento chirurgico meno invasivo e al trattamento con farmaci innovativi, aumentando le probabilità di guarigione. Per sensibilizzare cittadini e Istituzioni sull'importanza della diagnosi precoce, aumentare le possibilità di sopravvivenza e garantire risparmi al sistema, i clinici impegnati ogni giorno nella presa in carico dei pazienti colpiti dalla neoplasia hanno stilato il "Manifesto Italiano PolmoniAMO", pubblicato da Edra, realizzato con il sostegno di AstraZeneca e presentato a Milano. «Chiamiamo a una'call to action'le Istituzioni nazionali e regionali insieme alle Comunità scientifiche» è scritto nel 'Manifesto' «al fine di garantire il diritto all'accesso allo screening ai cittadini italiani ad alto rischio (per età e per esposizione tabagica) di sviluppare il cancro del polmone, attraverso l'inserimento dello screening all'interno dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) alla stregua dei programmi di screening del cancro cervicale, colorettale e mammario». Il carcinoma del polmone è responsabile del maggior numero di decessi oncologici in Italia, 34.000 nel 2021. Circa il 60%, pari a 20.400 morti, riguarda i forti fumatori.
«Questa neoplasia finora ha ricevuto meno attenzione rispetto ad altre, anche a causa dello stigma sociale, riconducibile alla storia di tabagismo nella maggioranza dei pazienti» afferma Giorgio Vittorio Scagliotti, direttore della divisione di Oncologia medica dell'Università di Torino e coordinatore scientifico di 'PolmoniAMO'. «La Tac a basso dosaggio (spirale) rappresenta una promettente strategia salvavita, ma ad oggi non rientra nella pratica clinica e nei programmi di prevenzione secondaria rimborsati dal servizio sanitario nazionale. Studi clinici hanno dimostrato che questo approccio riduce del 20-25% la mortalità nei forti fumatori, che si può tradurre in oltre 5.000 decessi in meno ogni anno nel nostro Paese. Si stima che la popolazione candidabile a screening polmonare con Tac a bassa dose, secondo le linee guida internazionali, sia compresa tra 600.000 e 800.000 cittadini nel nostro Paese. Con il 'Manifesto PolmoniAMO' vogliamo promuovere un cambiamento culturale nell'opinione pubblica, nei decisori e nelle Istituzioni sensibilizzandoli sulla necessità di implementare lo screening per questa patologia. Inoltre, vogliamo costruire un nuovo modello collaborativo, realizzando un percorso che offra strumenti e risorse per l'attivazione di programmi di prevenzione secondaria su tutto il territorio, coinvolgendo in particolare i medici di famiglia. Vanno anche implementati i centri antifumo. Per realizzare questi obiettivi servono fondi, che possono essere recuperati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
Con il Decreto Legge Sostegni-bis sono stati erogati 2 milioni di euro per il biennio 2021-2022 per sostenere il primo programma nazionale sperimentale di screening polmonare. Grazie al finanziamento, il Ministero della Salute e le Regioni hanno costituito la Rete italiana screening polmonare (Risp, www.programmarisp.it). «Si tratta del primo programma gratuito di diagnosi precoce del tumore del polmone» spiega Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica della Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano e coordinatore scientifico di 'PolmoniAMO'. «È rivolto a persone di età compresa fra 55 e 75 anni, che consumino un pacchetto di sigarette al giorno da più di 30 anni. Possono partecipare anche i forti fumatori che hanno smesso da meno di 15 anni. Sono coinvolti 19 centri a elevata competenza clinica multidisciplinare su tutto il territorio. La Tac a basso dosaggio è lo strumento più idoneo per la diagnosi precoce: è efficace nell'individuazione di lesioni di piccole dimensioni, è di facile e rapida esecuzione (30 secondi), non è invasiva e non richiede l'utilizzo del mezzo di contrasto. Grazie allo screening, è possibile individuare tumori molto piccoli, trattabili con chirurgia mininvasiva e personalizzata, assicurando al paziente un recupero funzionale rapido e una dimissione precoce. Non solo. Il suo potenziale si estende oltre la prevenzione oncologica, consentendo l'identificazione precoce anche di altre patologie fumo-correlate, quali la broncopneumopatia cronico ostruttiva e le cardiopatie. La Tac spirale permette infatti di calcolare il grado di calcificazione delle arterie coronariche, che è direttamente proporzionale al rischio di infarto o di stenosi delle coronarie. Con lo screening per il cancro al polmone, quindi, si può ottenere anche una valutazione del rischio cardiovascolare». Gli esami di controllo, inoltre, possono essere effettuati con un intervallo di tempo tanto maggiore quanto è inferiore il rischio.
Il ritardo nell'intervallo tra diagnosi e trattamenti chirurgici, chemio e radioterapici produce non solo un impatto negativo sulla sopravvivenza ma anche sulla qualità della vita e sulla produttività dei pazienti e dei loro caregiver. «Una recente metanalisi ha analizzato gli studi randomizzati fin qui condotti per stimare i benefici e i rischi associati all'impiego della Tac a basso dosaggio nelle persone con storia di fumo, per supportare l'implementazione sistematica dello screening a livello globale» continua Pastorino. «L'analisi di nove studi, che hanno arruolato complessivamente quasi 90.000 pazienti, ha dimostrato che l'uso della Tac a basso dosaggio si associa a una riduzione significativa della mortalità correlata al cancro del polmone dell'ordine del 20%, a un incremento delle diagnosi in stadio precoce (I-II) e a una riduzione di quelle avanzate, senza alcuna differenza significativa tra donne e uomini. I risultati degli studi scientifici rendono ancor più robusta l'evidenza scientifica a supporto dell'impiego della Tac a basso dosaggio, che ha dimostrato di soddisfare pienamente i criteri definiti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per lo screening, cioè attendibilità, sicurezza, accettabilità, sostenibilità e capacità di modificare il decorso della malattia. Se offerto alla popolazione a maggior rischio di sviluppare un cancro del polmone, sulla base dell'età e dell'esposizione tabagica, cioè agli over 55 e con una storia di fumo importante, questo strumento rappresenta una risorsa sanitaria ad alta efficienza". Infatti, è necessario sottoporre un numero inferiore di persone alla Tac a basso dosaggio (320) per prevenire un decesso per cancro al polmone, di quante sia necessario sottoporne a una mammografia (646-1724) o alla sigmoidoscopia (864) per prevenire, rispettivamente, una morte per tumore della mammella o del colon-retto».
Oggi il 75-80% dei casi di carcinoma polmonare è diagnosticato in fase avanzata, con ridotte probabilità di guarigione e con costi elevati a livello individuale e sociale. Solo nel 14% dei pazienti viene posta la diagnosi in stadio 1A, con tassi di sopravvivenza a cinque anni pari al 92%. «Il cancro del polmone, come tutte le neoplasie, è una patologia tempo-dipendente» conclude Scagliotti. «Una individuazione tardiva riduce l'efficacia dei trattamenti. Lo screening consente invece di ampliare le opzioni terapeutiche. Mai come in questi ultimi anni le armi a disposizione dei clinici sono state più promettenti. L'oncologia di precisione ha rivoluzionato l'approccio alla diagnosi e al trattamento. Parallelamente all'introduzione delle terapie mirate si è fatta sempre più strada l'immunoterapia. È auspicabile che, nei prossimi anni, sulla base delle sperimentazioni cliniche già condotte o ancora in corso, i farmaci innovativi possano rivestire un ruolo sempre più importante anche negli stadi precoci di malattia, impiegati per esempio prima o dopo la chirurgia, per ridurre i rischi di recidiva e aumentare le possibilità di guarigione nel lungo periodo. Integrare questi trattamenti nella strategia terapeutica degli stadi precoci richiede però un'efficace e rapida individuazione del cancro, che impone l'implementazione di programmi di screening da avviare nella popolazione a maggior rischio».
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