Politica e Sanità

feb72023

Terremoto, le vittime potrebbero arrivare a 20mila. La stima dell'Oms

Potrebbero raggiungere quota ventimila le vittime causate dal terremoto che ha colpito le regioni meridionali della Turchia e quelle settentrionali della Siria. È la stima dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità, mentre i soccorritori continuano a scavare sotto le macerie con la speranza di trovare sopravvissuti. A ostacolare il loro lavoro sono anche le scosse di assestamento, 312 quelle dichiarate dal vicepresidente turco Fuat Otkay, tra cui una di magnitudo 5.7 questa mattina nell'est della Turchia.

Secondo la stima dell'Oms, illustrata da Adelheid Marschang, esperta di emergenze dell'agenzia Onu per la Salute, intervenuta alla riunione dell'Executive Board dell'Oms a Ginevra, "potenzialmente 23 milioni di persone sono state esposte" al sisma "tra cui circa 5 milioni di persone vulnerabili, tra cui anziani e 1,4 milioni di bambini".
"Le infrastrutture civili e potenzialmente le infrastrutture sanitarie sono state danneggiate in tutta la regione colpita, principalmente Turchia e Nord-Ovest della Siria, oltre a una massiccia distruzione" generale provocata dal sisma. "Gli accessi stradali in molte zone sono interrotti". Da un lato si "riconosce una forte capacità di risposta della Turchia", ha aggiunto l'esperta, e dall'altro "si ritiene anche che i principali bisogni insoddisfatti potrebbero essere in Siria nell'immediato e nel medio termine", ma "il movimento degli aiuti attraverso il confine potrebbe essere interrotto a causa dei danni causati dal terremoto. Questa di per sé sarebbe già una crisi enorme poiché la Siria nordoccidentale ospita oltre 4 milioni di persone che dipendono dall'assistenza umanitaria attraverso l'assistenza transfrontaliera e abbiamo più di 2,7 milioni di persone che sono state sfollate prima del terremoto, molte delle quali già vivono nelle condizioni più dure, in affollati alloggi improvvisati o in tenda".

"La portata" di questo disastro, ha sottolineato Hans Kluge, direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, in collegamento dall'ufficio regionale di Copenaghen durante la riunione dell'Executive Board dell'Oms a Ginevra "resterà nella storia non solo per la devastazione che sta lasciando, ma anche per la velocità del sostegno nazionale e internazionale fornito. Secondo il ministero degli affari esteri della Turchia, ad oggi 2.660 operatori provenienti da 65 Paesi sono già state schierate o si stanno preparando per essere dispiegate nelle aree disastrate. Tra queste team medici di emergenza da Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Usa, Israele e molti altri Paesi".
Le conseguenze di questo terremoto dureranno a lungo, ha ribadito il direttore di Oms Europa. "Ma possiamo fare la differenza per la vita di molti. E lavorare sul campo, sotto la guida del direttore generale dell'Oms", Tedros Adhanom Ghebreyesus, "e molto vicino al team di Ahmed Al-Mandhari, direttore dell'ufficio regionale Oms del Mediterraneo orientale, e con l'ufficio nazionale. Stiamo inviando forniture mediche secondo necessità, stiamo anche aumentando le operazioni nella vicina Siria dal nostro ufficio sul campo a Gaziantep che supporta l'intera risposta della Siria dalla Turchia. Chiedo alla comunità internazionale - ha concluso Kluge - di continuare ad aumentare il suo sostegno per garantire il pieno coordinamento con il governo della Turchia e con l'Oms per garantire una risposta a tutti i bisogni non ancora soddisfatti ed evitare ulteriori impatti sulla salute" della popolazione.
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