lug272022
Screening di popolazione per combattere l'Hcv, esperti a confronto a Roma
Avviare un confronto aperto tra i più importanti stakeholder chiave sull'epatite C per condividere elementi fondamentali e ruoli nell'organizzazione dello screening di popolazione, nell'ottica di contribuire ad uno sviluppo efficace ed efficiente dei piani regionali, per approfondire strumenti e piani di diagnosi e prevenzione per combattere l'HCV: sono gli obiettivi del convegno "Screening di popolazione per combattere l'HCV", che si è tenuto a Roma il 22 luglio scorso.
L'infezione cronica causata dal virus dell'Epatite C (HCV) rappresenta una delle principali cause di morbosità e mortalità correlate a malattie del fegato con un'incidenza pari a circa 500.000 italiani. Il tema dell'eradicazione dell'HCV si inserisce nel quadro più generale della lotta alla diffusione delle epatiti virali, voluto dall'OMS.
"L'eradicazione dell'epatite virale C è una delle più grandi sfide sanitarie attuali perché, se la patologia non viene precocemente diagnosticata e trattata, ha un'evoluzione inesorabile verso la cronicità, influendo significativamente sulla qualità di vita dei pazienti - ha detto
Antonio Tomassini, Presidente dell'Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la Salute e la Prevenzione.
Per ridurre quella parte di popolazione portatrice del virus ma non ancora individuata e migliorare l'accesso alle terapie, nel febbraio 2020, il Governo ha stanziato 71,5 milioni di euro in via sperimentale, per gli anni 2020 e 2021, per garantire uno screening gratuito per l'infezione da Epatite C. Nonostante il fondo stanziato, le attività hanno subìto un forte ritardo dovuto alla pandemia da Covid-19.
Tuttavia, i temi della sensibilizzazione, organizzazione dei percorsi di cura e prevenzione, nonché il miglioramento dei flussi informativi, rimangono ancora gli elementi chiave del dibattito, sui quali è necessario un intervento omogeneo e coordinato.
"Solo alcune Regioni hanno avviato procedure operative di screening per l'HCV sulla popolazione generale e popolazioni chiave, nonostante questo rappresenti l'unico strumento altamente costo-efficace per scoprire il "sommerso" e per raggiungere l'obiettivo dell'OMS di eliminazione dell'epatite C" ha però sottolineato
Loreta Kondili, Medico Ricercatore presso il Centro Nazionale per la Salute Globale dell'Istituto Superiore di Sanità e Responsabile della Piattaforma Italiana per lo studio delle Terapie delle Epatiti Virali (PITER).
Ad oggi, infatti, soltanto Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Molise, Abruzzo, Basilicata e Valle d'Aosta hanno avviato procedure operative di screening HCV. Altre Regioni, come il Lazio, attualmente hanno solo adottato una delibera regionale per implementare il programma di screening, nonostante la lotta contro l'HCV rappresenti una sfida attuale per tutti i Sistemi Sanitari Regionali.
È quindi indispensabile avviare tempestivamente delle procedure efficienti su tutto il territorio nazionale, favorendo un'anticipazione diagnostica attraverso un percorso di screening organizzato, in linea con quanto stabilito dal Decreto attuativo sullo Screening HCV, e una tempestiva presa in carico delle persone positive per l'avvio di un adeguato trattamento.
La crisi sanitaria globale causata da Covid-19 ha di sicuro complicato la lotta contro le altre malattie e la loro prevenzione. Emerge, infatti, da dati nazionali
una drastica riduzione delle attività ambulatoriali di epatologia e una riduzione dell'erogazione dei relativi trattamenti antivirali.
"La pandemia purtroppo non è finita e, al fine di prevenire ulteriori rallentamenti causati da nuove ondate di varianti virali, è necessario prevedere un allargamento ad ulteriori canali di screening anche al di fuori delle strutture pubbliche come, ad esempio, le farmacie e/o laboratori convenzionati privati. Se non ci dotiamo di un piano alternativo, lo screening si potrebbe bloccare e, in alcune Regioni, potrebbe anche non iniziare" ha detto
Ivan Gardini,PresidentenazionaleEpaC.
Il convegno, realizzato su iniziativa della Senatrice
Annamaria Parente, ha rappresentato un importante momento di condivisione e dibattito, rendendo evidente la necessità, per tutte le Regioni, di adeguarsi a sistemi organizzativi più funzionali e il ruolo cruciale che le stesse rivestono nella comunicazione e sensibilizzazione in tema di HCV.