Puntare di più sulla ricerca e sulla riforma dei meccanismi di
governance del farmaco e dare centralità al settore farmaceutico va considerato più strategico. Sia Farmindustria sia Egualia (ex Assogenerici) in audizione sul
Recovery Plan alla commissione affari Sociali della Camera pongono l'accento sulla migliorabilità del Piano nazionale di ripresa e resilienza per quanto attiene alla sanità. Farmindustria, con
Lorenzo Wittum, componente del Comitato di presidenza, elogia l'avvenuta semplificazione dell'approvazione degli studi clinici - con un unico Comitato etico a livello nazionale - cui ha provveduto nel 2020 l'Agenzia del farmaco-Aifa «con un lavoro eccezionale durante la pandemia». Un esempio di come si deve agire. Ora occorre lavorare sulle riforme per la competitività, anche a suon di crediti di imposta.Il Pnrr «deve considerare la farmaceutica una filiera strategica».
Farmindustria ha elaborato dei temi con i ministeri di Economia, Salute e sviluppo economico «sia sulla medicina di prossimità sia su ricerca, innovazione, digitalizzazione». In un contesto in cui il settore da 36 farmaci approvati nel 2020 passerà a 54 nel 2021, ove il quadro regolatorio italiano fosse caratterizzato da incentivi e regole certe, ci saranno 4,3 miliardi aggiuntivi di investimenti tra il 2021-2024 tanto in ricerca ed innovazione quanto in produzione. Ci sono 264 progetti di industrializzazione con l'obiettivo di aumentare il potenziale di occupazione di 8 mila addetti».
Sul tema della partnership pubblico-privato è propositivo
Enrique Häusermann, presidente di Egualia, che presenta un piano articolato in quattro priorità: elementi di governance nazionale, politiche di acquisto, politica industriale e Digital Health. Per Hausermann «i fondi Pnrr vanno utilizzati con un progetto chiaro e coraggioso, capace di rilanciare i settori rivelatisi in questi mesi fondamentali per la tenuta sociale, economica e sanitaria e che necessitano oggi di un profondo ripensamento». Häusermann cita il progetto industriale presentato ai ministeri di Sviluppo e Salute attraverso il Cluster Alisei: un investimento da 1,3 miliardi di euro - in parte finanziati dalle aziende, 300 milioni solo dai produttori di generici - da realizzare entro il 2024. Egualia propone poi di destinare parte delle risorse del Pnrr a potenziare la produzione in Italia di farmaci. Quindi sulla governance delle politiche del farmaco chiede una revisione programmatica dei tetti di spesa «attraverso una scelta più razionale dei canali di distribuzione, velocizzando meccanismi di prezzo e rimborso, valorizzando il meccanismo concorrenziale generato da generici e biosimilari e reinvestendo nella farmaceutica le risorse liberate». Indispensabile, «puntare progressivamente sui modelli di gain sharing, potendo però contare su una reale interoperabilità dei sistemi di analisi dei flussi finanziari con quelli prescrittivi».
Sulle politiche di acquisto, due gli obiettivi: passare dal criterio del prezzo minimo a quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa con strumenti di acquisto pubblici più adeguati a garantire la continuità delle forniture; e promuovere l'adozione progressiva di sistemi di gare multi - aggiudicatario. Tutto assicurando sempre la digitalizzazione dell'iter, per ridurre i costi e velocizzare le risposte. Egualia chiede infine il potenziamento della rete della medicina territoriale e dei legami tra medici del servizio sanitario e farmacie territoriali, sviluppando la telemedicina. In tema di Digital Health, serve «promuovere il Fascicolo sanitario elettronico e informatizzare i percorsi di diagnosi e terapia per valorizzare le Value Added Medicines, così da ottimizzare l'erogazione dei farmaci».
Mauro Miserendino