Politica e Sanità

mar12022

Paziente cronico: AgoràSalute collaborazione medico-farmacista per efficace presa in carico

La pandemia da Sars-Cov-2 ha fatto emergere la necessità di incentivare il dialogo tra medico e farmacista, cercando di ottimizzare le risorse del nostro SSN, al fine di far fronte ai bisogni di salute dei cittadini. Su queste premesse si è svolto sulla piattaforma digitale di AgoràSalute il webinar dal titolo: La "Presa in carico del paziente cronico: l'importanza della collaborazione medico-farmacista". AgoràSalute è una piattaforma online ideata da Davide Petrosillo, Ovidio Brignoli e realizzata da Edra, un punto di incontro tra Medici e Farmacisti, per creare uno spazio in cui dettare insieme nuovi protocolli e linee guida virtuose nella presa in carico del paziente e nell'aderenza alla cura.

Ha aperto i lavori Davide Petrosillo, Segretario della Federazione degli Ordini dei farmacisti della Lombardia e ambassador del progetto. Per Petrosillo non si può più rimandare un metodo di lavoro condiviso fra medico e farmacista: «Esistono già da molto tempo studi internazionali che illustrano come questa collaborazione riduca gli accessi ospedalieri, le visite al pronto soccorso e i ricoveri - sottolinea il segretario. Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e le case di comunità, sono riforme che indicano la volontà di migliorare l'assistenza territoriale. Il PNRR - spiega Petrosillo - individua la casa del paziente come primo luogo di cura, ma è altrettanto vero che tra l'abitazione e la casa di comunità ci deve essere anche un livello di intervento sul territorio e un livello di interoperabilità tra medici e farmacisti».

«I campi di interazione sono molteplici - ha spiegato Petrosillo - dalla prevenzione al monitoraggio del paziente e si possono sfruttare appieno tutte le potenzialità già espresse dalle farmacie: lo screening delle patologie croniche, la telemedicina fino al controllo dell'aderenza alla cura. Tutte queste attività contribuiscono ad ottimizzare i livelli di cura e di conseguenza generano risparmio di sistema. Durante questa pandemia - ha concluso- le farmacie hanno dimostrato tutto il loro potenziale come presidi sanitari di prossimità, ed i farmacisti hanno avuto la capacità di saper interpretare il cambiamento, acquisendo delle competenze fino a poco tempo fa inimmaginabili. Proprio per questo credo sia giunto il momento per aspettarsi che questa concretezza dimostrata venga riconosciuta».

Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie (SIMG), è intervenuto sottolineando come si debba riflettere insieme sui temi della prossimità, della vicinanza ai pazienti e sul tema dell'accessibilità, concentrandosi sulla "raccolta dei bisogni dei pazienti". Per il vicepresidente, per «affrontare il tema della cronicità occorre capire i bisogni che ha la cronicità. Occorre capire se sia possibile misurarla, classificarla, per poi costruire una programmazione". «Per avere un approccio corretto a queste necessità - ha spiegato Brignoli - le figure singole non sono sufficienti, il medico di medicina generale ha mostrato i suoi limiti e, per i temi delle cronicità complesse, ha avuto oggettive difficoltà». «Credo - ha sottolineato il vicepresidente - che un team di cure primarie, con la presenza del farmacista come elemento di realtà territoriale, sia indispensabile».

Per Paola Pisanti, già Presidente della Commissione Nazionale Cronicità e Consulente Esperto di Cronicità presso il Ministero della Salute, è dal 1992 che si è evidenziata l'importanza dell'integrazione tra le strutture ed i vari professionisti della salute, anche attraverso il ruolo essenziale dei farmacisti di comunità e i farmacisti ospedalieri, per approcciare al meglio il grande impatto della cronicità. «Con il piano nazionale della cronicità si è voluto lanciare un messaggio importante, ovvero mettere ordine all'integrazione attraverso un approccio sistematico e strutturato. La sfida alla cronicità - ha spiegato Pisanti - non potrà essere vinta senza un lavoro di riorganizzazione e orientamento, utilizzando ciò che è stato fatto in passato, creando una integrazione forte tra i professionisti e le strutture". "Il malato cronico - ha continuato - porta con sé non solo la necessità di avere delle cure, ma anche la sua quotidianità. Per questo il piano nazionale ha voluto inquadrare il problema a 360°. È importante - ha sottolineato Pisanti - che il piano non venga solo accettato a livello formale, ma che venga concretizzato sul territorio. Con l'arrivo del Covid si sono evidenziate alcune debolezze nell'attuazione ed in alcune regioni sono emerse criticità proprio sul territorio, luogo imprescindibile di operatività durante una epidemia. Rispetto al PNRR - ha continuato - occorrerà cercare di indirizzare le risorse sulle carenze e sui problemi del sistema, senza creare sovrastrutture, ma colmando di contenuti le strutture esistenti e future».

Cristoforo Zervos


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