giu12023
Microplastiche nel liquido seminale, 6 campioni su 10 sono contaminati. Lo studio italiano
Tracce dimicro-particelle di plastica sono state individuate in 6 campioni su 10 di liquido seminaledi uomini sani residenti in Campania. È quanto mostrano i risultati di uno studio italiano pubblicato in
preprintsulla piattaforma Ssrn e presentato in anteprima al Congresso della Società Italiana della Riproduzione Umana, a Siracusa. I risultati, spiegano i ricercatori, indicano che"l'emergenza microplastiche è sempre più pericolosa per la riproduzione della specie umana".
Presentato in anteprima al Congresso della S.I.R.U. - Società Italiana della Riproduzione Umana in corso a Siracusa,lo studio rientranell'ambito delle attività del progetto EcoFoodFertility, prima ricerca al mondo multicentrica di biomonitoraggio umano sul rapporto Ambiente, Alimentazione e Salute Riproduttiva che da tempo indaga in diverse aree ad alto rischio ambientale la presenza dei contaminanti ed i loro effetti sulla salute umana a partire proprio dalla valutazione del Seme umano come "Sentinella" della Salute Ambientale e Generale.
La Dott.ssa
Valentina Notarstefano ha identificato e caratterizzato tramite l'utilizzo della Microspettroscopia Raman, strumentazione in dotazione presso il Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università Politecnica delle Marche, micro particelle di plastica in campioni di liquido seminale di uomini sani, non fumatori residenti in un'area ad alto impatto ambientale della Campania. Già a gennaio 2023, sulla rivista
Toxics, lo stesso gruppo aveva individuato per la prima volta microplastiche in urine di residenti dell'area nord di Napoli e Salerno.
Nel 60% dei campioni di sperma sono state rilevate microplastiche composte da polipropilene (PP), polietilene (PE), polietilene tereftalato (PET), polistirene (PS), polivinilcloruro (PVC), policarbonato (PC), poliossimetilene (POM) e materiale acrilico.
Si è notato anche una presenza maggiore di microplastiche in relazione alla più scarsa qualità seminale, che però necessita di ulteriori approfondimenti. L'ipotesi, però, potrebbe esser supportata dal fatto che le stesse microplastiche
"fanno da cavallo di Troia per altri contaminanti ambientali che, legandosi ad esse procurano ulteriori danni all'interno agli organi riproduttivi, molto sensibili agli inquinanti chimici", commentaLuigi Montano, coordinatore del progetto di ricerca EcoFoodFertilitye past president Siru.
"L'origine di questi frammenti potrebbe essere varia e può comprendere cosmetici, detergenti, dentifrici, creme per il viso e il corpo, adesivi, bevande, cibi o anche particelle areodisperse nell'ambiente, per cui le vie di ingresso nell'organismo umano possono avvenire attraverso l'alimentazione, la respirazione ed anche la via cutanea" spiegano
Oriana Motta,
Maria Ricciardi ed
Elisabetta Giorgini, ricercatrici partecipanti allo studio EcoFoodFertility.
"Le vie più probabili di passaggio al seme umano sembrerebbero avvenire dall'epididimo e dalle vescicole seminali, strutture più facilmente suscettibili a processi infiammatori che possono favorire la maggiore permeabilità, ma anche per alterazioni importanti della barriera ematotesticolare" commentano i ricercatori
Luigi Montano,
Marina Piscopo e
Tiziana Notari.
"Si stanno continuando ad indagare altre matrici umane che, se confermate negli esperimenti in corso, rappresenterebbero una dimostrazione di quanto la contaminazione della plastica sia da considerare un'emergenza da affrontare nell'immediato; averle già trovate in una matrice così sensibile per la conservazione e l'integrità del nostro patrimonio trasmissibile di certo non è una notizia confortante, è a rischio il futuro della nostra specie oggi più che mai minacciata nella sua essenza", conclude Montano.