dic272022
Manovra, passa al Senato. Tutte le misure per la sanità
La Camera ha approvato il ddl BIlancio con 197 sì e 129 no. Il testo è passato ora al Senato per il via libera definitivo atteso entro la fine dell'anno. Molte le misure che riguardano la sanità: il fondo sanitario nazionale crescerà di ulteriori 2,150 miliardi nel 2023 che si aggiungono ai 2 in più già stanziati dalla manovra del precedente Governo, facendo così salire il Fondo a 128,211 miliardi, pari a 4,150 miliardi in più rispetto al 2022. Viene inoltre incrementato di 650 milioni di euro per il 2023 il fondo presso il Ministero della Salute destinato all'acquisto dei vaccini anti Sars-CoV-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti con Covid. Ma non mancano ombre per la sanità nella Manovra. Tra i punti negativi, in primo piano il mancato approdo del piano oncologico nazionale da 10 milioni di euro per il 2023 e 10 per il 2024. «Si tratta di una gravissima mancanza che comporterà, e sta già comportando, effetti negativi sui cittadini e sul nostro servizio sanitario nazionale». Così
Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. «Le mancate risorse a favore del Piano oncologico nazionale ci lasciano con l'amaro in bocca - afferma in una nota - a fronte dei dati e delle previsioni di aumento, diffusi in queste ultime settimane, dell'incidenza di patologie oncologiche anche a causa delle ritardate diagnosi determinate dalla pandemia». La cura dei tumori costa al nostro Paese 16 miliardi all'anno, da aggiungere ai 5 che i cittadini tirano fuori dalle proprie tasche per accelerare i tempi di una diagnosi. Serve un impegno senza precedenti per evitare che i tumori diventino la prima causa di morte nel nostro continente: lo dice l'Europa, dove, nel 2020, ogni giorno, 11.000 persone si sono ammalate e 5.000 hanno perso la vita a causa di una patologia oncologica.
Mentre proprio sul fil di lana si è aperto uno spiraglio di impegno da parte del Governo con una prospettiva di ordine del giorno per risolvere la questione aperta in merito al settore dei dispositivi medici che chiedeva lo stop del pay back per effetto del quale è posto a carico delle aziende produttrici il 50% della spesa in eccesso effettuata dalle Regioni rispetto al tetto del 4,4% della spesa pubblica previsto per i dispositivi medici. Per la sanità privata la novità è l'approvazione di due Ordini del Giorno di Fratelli d'Italia per eliminare il tetto di spesa previsto dalla Spending review del 2012. Nessuna novità a favore dei medici di pronto soccorso che vedono sfumare la possibilità di ricevere già dal primo gennaio 2023 l'indennità aggiuntiva. È «un chiaro controsenso, rispetto alla narrazione degli eroi del Covid - ammonisce Mandorino - il mancato anticipo al primo gennaio 2023 dell'indennità di pronto soccorso già riconosciuta al personale della dirigenza medica e al personale del comparto sanità». In questo contesto, «stanno crescendo le dimissioni dai pronto soccorso in diverse realtà italiane, con gravi ricadute sul personale, già sottodimensionato e allo stremo: soltanto nel Lazio mancano ben 400 medici di Pronto soccorso, a livello nazionale la carenza è stimabile in almeno 5000 unità», denuncia
Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio. «Il rischio nei prossimi mesi - avverte - è la chiusura in diversi contesti locali di strutture di emergenza-urgenza, a causa di dimissioni sempre più massicce determinate dal combinato disposto di atti politici che umiliano il personale e dalla poca attrattività di un settore in cui lavorare comporta grande stress e spesso anche pericoli. E alla fine chi pagherà le maggiori carenze sono e continueranno ad essere i cittadini». «Chiediamo al Governo una immediata inversione di rotta su questi due ambiti fondamentali per la continuità del servizio sanitario pubblico e per garantire ai cittadini servizi primari come il pronto soccorso e cure essenziali per chi è affetto da patologie oncologiche», afferma Mandorino.
In effetti, il capitolo che pesa di più è quello del piano oncologico. Gli oltre tre milioni e mezzo di malati che in Italia vivono con una diagnosi di cancro rinnovano la richiesta di impegno urgente. Il nuovo Governo, ribadisce il segretario generale della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo),
Elisabetta Iannelli «ha promesso di aggiornare il Piano oncologico nazionale, ma ora è giunto il momento di tradurre le parole in fatti». Rispetto al piano abbozzato dal precedente Governo, valido dal punto di vista tecnico-scientifico, occorre ora aggiornare gli interventi per la parte che riguarda la pianificazione degli obiettivi da raggiungere. «Siamo sconcertati e preoccupati per l'inconcludenza della classe politica. I malati di cancro - dice - non possono aspettare e con la Favo chiedono risposte concrete e immediate al ministro della Salute». La manovra contiene anche luci e novità su diversi altri fronti della sanità. Proroga al 31 dicembre 2024 per la stabilizzazione del personale precario assunto durante l'emergenza pandemica; incrementa il Fondo sanitario nazionale e aumenta di 650 milioni per il 2023 le risorse per l'acquisto di farmaci e vaccini contro il Covid-19. Una spesa di 250 mila euro per il 2023 e di 500 mila per il 2024 e 2025 per lo sviluppo delle nuove terapie antitumorali Car-T e 5 milioni l'anno dal 2023 al 2026 per promuovere la prevenzione di malattie del cuore. Per il Piano di contrasto all'Antimicrobico-Resistenza 2022-2025 autorizza la spesa di 40 milioni l'anno. E, ancora 200mila euro l'anno vanno ai test next-generation sequencing per i tumori. Incrementa di 5 milioni annui le risorse da vincolare a borse di studio per i medici specializzandi. Smart working per chi soffre di malattie croniche; bonus psicologo fino a 1.500 euro annui e strutturale.