La curva dei contagi da virus SarsCoV2 torna a salire in Italia e in altri 9 Paesi europei, è una crescita che nella maggior parte dei casi è di tipo lineare e che nel nostro Paese ha cominciato a dare alcuni segnali negli ultimi cinque giorni, dopo che per altri cinque era stata in stasi. L'aumento dei casi, in Italia come in Europa, è probabilmente dovuto alla circolazione della variante Delta, che ovunque si prepara a prendere il sopravvento sulla variante Alfa, attualmente la più diffusa.
Nonostante in Italia l'obbligo dell'uso della mascherina all'aperto sia stato allentato,
Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, in un'intervista al Corriere della Sera, dichiara: «Anche in una fase di circolazione contenuta del virus come l'attuale, resta fondamentale mantenere l'attenzione nelle situazioni a rischio - ricorda - vale a dire quando ci ritroviamo nella folla o in situazioni che non consentono il distanziamento. Non bisogna stancarsi di ricordarlo. Stanno emergendo nuove varianti che, come abbiamo visto, sono capaci di conquistare il campo con grande rapidità». «I dati di questa settimana - ha rilevato matematico
Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del calcolo "Mauro Picone" del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac) - saranno utili per capire se si tratta degli aumenti osservati da tre settimane in decine di province italiane, che si sono rivelati transitori e tipici di focolai circoscritti, o se invece si tratta di una vera e propria ripresa della diffusione non circoscritta». Sorvegliate speciali sono cinque province che negli ultimi sette giorni «mostrano un trend di crescita lineare dell'incidenza, con consistenti valori medi del tasso di aumento settimanale», ha proseguito il matematico riferendosi alle province di Napoli, Lodi, Verona, Caltanissetta, e Ascoli Piceno.
Sempre nell'ultima settimana, osserva il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), i casi di Covid-19 sono aumentati più del previsto in Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Spagna, mentre per i decessi la variazione rispetto alle attese è molto più contenuta. In particolare, secondo le stime del centro previsionale Covid dell'Ecdc, tra il 26 giugno e il 3 luglio in Spagna avrebbero dovuto esserci 21.743 casi, invece ce ne sono stati oltre il doppio, 51.405. In Italia, 5.222 invece di 3.909. In Belgio, le previsioni dell'Ecdc davano per la stessa settimana 1.960 nuovi casi, ce ne sono stati oltre 4.000. «Si sta verificando quello che ci si immaginava: se una variante più contagiosa inizia a diffondersi ed è destinata a diventare predominante, è normale che i casi aumentino», ha osservato il presidente della Fondazione Gimbe,
Nino Cartabellotta. «Se le Regioni effettuano il tracciamento, fanno il sequenziamento e se si proteggono anziani e fragili con due dosi di vaccino noi vedremo un aumento dei contagi nelle prossime settimane, ma non di ricoveri e decessi».
Sulla variante Delta e la sua minore o maggiore aggressività Brusaferro aggiunge che «al momento non abbiamo evidenze sufficienti per affermare che dal punto di vista clinico sia meno aggressiva, perché' le infezioni si inseriscono in un contesto di popolazione vaccinata in percentuali elevate. Servono più dati per comprendere il reale impatto clinico del ceppo mutante. Sappiamo però che se siamo immunizzati al completo con doppia dose, la protezione dalla variante è molto alta, specie per quanto riguarda effetti più gravi, ricovero e mortalità». Per quanto concerne il numero dei contagi che si registrano in Italia «l'auspicio è che si possa scendere ancora, ma i dati al momento mostrano che la discesa si è fermata. La scommessa è mantenerci su numeri più bassi possibile che ci garantiscano di poter tracciare i casi positivi».
Anna Capasso