set232021
Covid-19, già 5mila studenti in Dad. La variante Delta più contagiosa per i bambini. Ecco come
Dopo una settimana dall'inizio del nuovo anno scolastico, oltre 200 classi e più di 5mila studenti, dalla materna alle superiori stanno sperimentando già di nuovo la didattica a distanza. Il numero delle classi finite in quarantena è cresciuto. «Inevitabile», dice il presidente dell'Associazione nazionale dei presidi,
Antonello Giannelli. «Ed è ovvio che aumenteranno, visto che in Italia ci sono 400mila classi con una media di 20 alunni ciascuna». Di queste, secondo i dati del ministero dell'Istruzione, circa 12mila sono sovraffollate. Quelle in cui quest'anno non sarà rispettato il metro di distanza tra gli studenti, in virtù della deroga prevista dal Comitato tecnico scientifico, sono molte di più, soprattutto alle superiori.
«Il fenomeno delle classi in Dad non ci deve spaventare e non dobbiamo viverlo come un incubo, bensì imparare a conviverci fino a quando la totalità o quasi degli studenti sarà vaccinata. Solo allora, e mi riferisco alle classi formate da ragazzi dai 12 anni in su, potremo pensare di evitare completamente la Dad. Per il momento dobbiamo abituarci ad avere un certo numero di classi che, a rotazione, dovranno seguire le lezioni a distanza per 7 o 10 giorni. Contrariamente agli anni scorsi, non si tratta di un fenomeno generalizzato ma limitato a singole classi», spiega Giannelli. A far preoccupare, intanto, sono i dati sulla variante Delta perché l'aumento dei casi di infezione rilevati nei bambini lasciano supporre che la loro risposta innata al virus non sia più efficace. È questa, al momento, l'ipotesi condivisa da numerosi esperti internazionali, le cui opinioni sono raccolte dalla rivista 'Nature' sul suo sito. Per ora non ci sono prove che i bambini siano più vulnerabili o colpiti dalla variante Delta rispetto alle altre. I dati suggeriscono che ovunque i bambini stanno iniziando ad essere una parte più consistente di infezioni e ricoveri. Per ora l'aumento dei ricoveri dei bambini dove la Delta sta circolando sembra essere il risultato di una maggiore infettività in tutte le fasce d'età, unita al fatto che molti adulti sono vaccinati o hanno già avuto il Covid.
Anche l'Oms invita alla massima attenzione per i bambini che stanno riprendendo la scuola. «I bambini e gli adolescenti positivi al Covid generalmente presentano sintomi lievi della malattia, ma il rischio di trasmissibilità del virus da parte di questa fascia d'età dipende molto da fattori ambientali e dalle misure messe in campo per controllare il virus. Per questo motivo, e in attesa di ulteriori indagini, l'uso delle misure di prevenzione e protezione (indossare la mascherina, il lavaggio delle mani, l'attenzione al distanziamento) e la ventilazione degli ambienti chiusi, dovrebbero essere mantenuti e implementati nelle scuole e per tutte le fasce d'età. In particolare, per i bambini under 12 che oggi non posso essere vaccinati», suggerisce l'Oms nel report settimanale.
«L'obiettivo deve essere chiaro: vaccinare più persone possibili, anche più dell'80%. E farlo in tutte le classi d'età in tutte le Regioni. Se l'estensione del Green pass ci aiuterà a raggiungere questo obiettivo bene venga». Lo afferma l'epidemiologo
Stefano Merler che dirige il centro Health Emergency della Fondazione Bruno Kessler che da inizio pandemia collabora con l'Iss, Cts e ministero della Salute, in una intervista a 'Il Messaggero'. La pandemia sta finendo? «No, bisogna continuare a essere prudenti - risponde Merler -. L'Rt, l'indice di trasmissione, è sotto 1 a 0.8 e questo è confortante. Ma c'è ancora una forte circolazione del virus. In autunno e in inverno torneremo nei luoghi chiusi, nessuno può sapere che conseguenze potranno determinarsi. Ma non mi aspetto lo stesso numero di decessi dell'inverno scorso. i vaccini sono una difesa importante». Teme contraccolpi dalla riapertura delle scuole? «Oggi nessuno non può dire come andrà. Le scuole sono cambiate, abbiamo la stragrande maggioranza degli insegnanti vaccinati e una parte degli studenti - osserva -. Però rispetto all'inizio delle lezioni nel 2020 oggi c'è la variante Delta che è molto più contagiosa. Bisogna vigilare». Merler sostiene che «non possiamo pensare di riaprire tutto come se la pandemia fosse finita - aggiunge -. Abbiamo ancora alcune incognite, la prima: la durata della immunità fornita dal vaccino, ma anche di quella naturale, perché se si confermasse un progressivo decadimento allora dovremo pensare a una terza dose. Su questo bisogna vigilare. Poi, certo, se dovesse emergere una variante - conclude - che aggira i vaccini, allora i problemi aumenterebbero».