feb72023
Vaccini Covid: i benefici superano i rischi di reazioni avverse. Gli ultimi studi
I vantaggi dei vaccini superano i rischi di reazioni avverse, questo indicano diversi studi recentemente usciti su testate internazionali.
Dopo l'approvazione dei vaccini anti COVID-19, è stato segnalato un ampio spettro di reazioni neurologiche, tuttavia quelle gravi sono rare. A queste conclusioni è arrivata una
review che ha analizzato gli studi riportanti i casi clinici di manifestazioni neurologiche post-vaccinali che siano state direttamente collegate all'immunizzazione.
In totale sono stati riscontrati, al di fuori degli studi clinici, 3 casi di mielite trasversa e 3 casi di encefalite acuta grave riconosciuti come direttamente causati dal vaccino ChAdOx1 (Astrazeneca), il vaccino BNT162b2 (Pfizer) ha invece causato 2 casi di amiotrofia nevralgica idiopatica (sindrome di Parsonage-Turner), 1 caso di Guillane-Barré sfociato in polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica e 1 caso di grave paralisi di Bell, quest'ultima conseguenza è anche stata riscontrata in un caso dopo la vaccinazione con Ad26.COV2.S (Johnson&Johnson).
Altre conseguenze neurologiche più frequenti e impattanti sono state: difficoltà nella minzione, brividi, emiparalisi flaccida del lato sinistro del viso, mal di testa, crisi epilettica generalizzata, emianopsia e lieve afasia, sonnolenza acuta, emiparesi della mano e spasmi. I ricercatori hanno anche riscontrato tutta una serie di conseguenze minori come dolori muscolari, parestesia e difficoltà a camminare, lesione con eritema migrante, affaticamento, scarso appetito, mialgia e dolore nella regione deltoide.
Per i ricercatori, i neurologi dovrebbero essere consapevoli delle complicazioni dei vaccini COVID-19 e tenere presente i loro effetti sulle malattie del SNC. Questa conoscenza aiuta medici e neurologi a diagnosticare e identificare meglio gli eventi avversi correlati al vaccino, facilitando così una migliore gestione e trattamento di queste complicanze.
In generale, però, concludono i ricercatori, i vantaggi della vaccinazione superano i rischi di complicanze neurologiche sia a livello personale che a livello di popolazione.
Una seconda ricerca, questa volta tutta italiana, ha invece esplorato concretamente il rischio di trombosi post vaccinali. Medici e ricercatori dell'Istituto Cardiologico Monzino, del IRCCS Istituto Scientifico San Raffaele, dell'Istituto Auxologico Italiano, dell'Ospedale Pediatrico Vittore Buzzi, e dell'Ospedale Maria Cecilia di Cotignola (RA) hanno pubblicato su
Thrombosis Research i risultati dello studio Treasure.
Lo studio ha arruolato 368 persone (161 che hanno ricevuto vaccini con vettori virali e 207 che hanno ricevuto vaccini a mRNA). Il sangue è stato raccolto il giorno prima e 8 giorni dopo la vaccinazione. Sono stati analizzati i marcatori di attivazione piastrinica e il rilascio di microvescicole, oltre alla generazione di trombina piastrinica, ai marcatori di coagulazione, infiammazione plasmatica e risposta immunitaria.
Complessivamente, la prevalenza di eventi avversi dopo la vaccinazione era simile nei soggetti che ricevevano i vaccini virali o mRNA. 155 (42%) partecipanti non hanno manifestato alcuna reazione sistemica o locale dopo la vaccinazione, mentre 213 (58%) hanno riportato almeno un evento avverso di grado 1/2, tra cui febbre, brividi, affaticamento, mialgia o dolore al sito di iniezione. Non è stato osservato alcun evento avverso grave di grado 3 o superiore.
Per quanto riguarda i valori ematici, la conta piastrinica non è cambiata con nessun tipo di vaccino. Al contrario, è stata osservata una piccola, ma statisticamente significativa, riduzione del numero di eritrociti e leucociti.
I risultati hanno mostrato l'assenza di qualsiasi cambiamento nei classici parametri di attivazione piastrinica dopo la vaccinazione. Contrariamente ai dati di attivazione piastrinica, ma anche come previsto, i marcatori infiammatori CRP e IL-6 sono aumentati di circa il 30% dopo la vaccinazione. I risultati hanno anche evidenziato un aumento post-vaccinazione del 13% e del 4% dei livelli di D-dimero e fibrinogeno, oltre a un aumento del 4% di F1 e 2 indipendentemente dai vaccini, senza però variazioni di PT, aPTT e TAT.
Per i ricercatori, quindi, questo studio ha dimostrato che i vaccini COVID-19 inducono una risposta infiammatoria transitoria, senza insorgenza di attivazione piastrinica. I piccoli cambiamenti nell'attivazione della coagulazione e nella funzione endoteliale potrebbero essere potenzialmente coinvolti a livello di popolazione nello spiegare le rare complicanze tromboemboliche.