apr272011
La presenza di calcificazioni delle arterie mammarie (BAC) viene giustamente ritenuta un reperto di nessun interesse oncologico e spesso non viene riportata nel referto mammografico. Poichè è nota la sua associazione con la malattia coronarica (CHD),...

mar212011
Sono pubblicati su Nature Genetics on line i risultati di due ricerche che, complessivamente, hanno analizzato il DNA di più di 210.000 persone di origine europea e asiatica, 85.000 delle quali con malattia coronarica. I due studi hanno identificato rispettivamente...

mar92011
Il fallimento dell’aspirina, definito dal presentarsi di una sindrome coronarica acuta nonostante l’uso della stessa, è stato associato ad un maggior rischio cardiovascolare e ad una peggiore prognosi. Se questo fenomeno sia la manifestazione delle caratteristiche...

mar32011
Nei soggetti over-45 con un rischio di malattia coronarica (Chd) del 10% a 10 anni il trattamento con acido acetilsalicilico (Asa) ai fini preventivi è meno costoso e più efficace rispetto alla decisione di non praticare alcun trattamento. L'aggiunta...

mar12011
L’inizio precoce di una terapia con statine entro 14 giorni dopo una sindrome coronarica acuta (Acs) produce effetti favorevoli ma non significativi sulla comparsa di eventi clinici avversi, in particolare a breve non riduce la mortalità e i tassi di...

feb222011
Sono stati del tutto recentemente pubblicati i criteri di appropriatezza dell’utilizzo della Tc cardiaca (CCT) che meritano di essere sinteticamente ricordati anche per i medici internisti. Dopo le premesse generali inerenti gli elementi di appropriatezza...

feb12011
Nei pazienti che manifestano una sindrome coronarica acuta e vengono sottoposti a intervento coronarico percutaneo, gli eventi avversi cardiovascolari maggiori che occorrono durante il follow-up sono da attribuire equamente a recidive in sede di lesioni...

gen272011
Esistono fattori genetici che predispongono in modo distinto allo sviluppo dell’aterosclerosi coronarica così come altri si limitano a favorire la comparsa di un infarto miocardico se si è già in presenza di aterosclerosi coronarica. La scoperta è frutto...

gen172011
Il trattamento con ivabradina migliora in modo significativo la velocità del flusso coronarico iperemico e la riserva di flusso coronarico nei pazienti con malattia coronarica (Cad) stabile. Tali effetti permangono anche dopo la correzione del ritmo cardiaco,...

dic222010
Una ridotta riserva coronarica (Cfr) a livello dell’arteria discendente anteriore sinistra (Lad) è associata a un rischio cardiovascolare fortemente aumentato nei soggetti di entrambi i sessi con sindrome da dolore toracico di origine sconosciuta ma normale...