Dal momento che nel lungo periodo, l'efficacia dei farmaci usati è stata più volte considerata inuytile, o poco utile o dannosa e dal momento che se non si comincia a trattare il paziente a domicili, appena comincia a comparire un distress respiratori, possibilmente non oltre 1 settimana dall'esordio mdei sintomi, non sarebbe particolarmente impegnativo che l'AIFA varasse un protocollo di massima, cme la stessa aveva ipotizzato nel 2020 verificando gli schemi terapeutici in corso.
Il cortisone, non nella primisima fase ma poi SI in base a quale decisione (parametri ematologici PCR??) o latro e ai dosaggi attualmente utilizzati?, e l'eparina a basso peso molecolare quale dose è iniziando quando il D dimnero supera quale valore?, en così via per i farmaci effettivamente utili. Un protocollo di questo tipo è assolutamente necessario se si vuol evitare di intasare ospedali e reparti intensivi:
E poi qualcuno dovrà andare a domicilio per i prelievi necessari per fare il tampone!!!! Esiste un fantomatico servizio sul territorio che si occupi di ciò, magari il tutto gestito dal medico di base che opera in base alle indicazioni dei protocolli.
Quando l'AIFA uscirà dal letargo in cui giace da più di un anno? Non siamo stufi di contare i morti ogni giorni, senza sapere in realtà di cosa sono morti, e che probabilmente potrebbero essere salvati, ormai in Italia si muore solo di COVID, o di malattie croniche lasciate a se stesse, stop amolti follow-up ambulatoriali per tumori, patologie cardiache ecc.
Dr. G. Tonini