Quello che non si vuol capire è che di come SARS-CoV-2 aggredisca il nostro metabolismo non ne sappiamo assolutamente nulla e pretendiamo di “curare” la covid. In realtà, benché siamo in grado di fare corrette diagnosi dell’infezione, essenzialmente agiamo solo sui sintomi. Per cui, “ ‘O sàcco vacante nun se mantène allerta” (dicono a Napoli), senza l'opportuna conoscenza non si risolvono i problemi. Tutto sommato l’incidenza delle situazioni critiche in questa infezione è relativamente bassa e i tanti infetti che superano “l’ostacolo” lo devono esclusivamente al loro fenotipo.
Fenotipo non è solo come “appariamo” agli occhi del medico, fenotipo è come quella specifica persona ha usato nella vita le informazioni fisio-biochimiche lasciate in eredità da mamma e papà. I genitori ci danno le potenzialità, noi, utilizzandole nel tempo, le esplicitiamo e le trasformiamo, e anche di parecchio. È il fenotipo che, a volte, ci protegge dai numerosi incidenti medici che la vita ci fa incontrare. È fondamentalmente la capacità globale del nostro organismo di rispondere alle perturbazioni esterne, trovando un nuovo equilibrio fisio-metabolico stabile. È il “quanto” siamo stabili che caratterizza ciascun individuo. Non sembra scienza, in realtà è un problema piuttosto complesso che riguarda molte aree attuali della ricerca scientifica.
Molti anziani, anche quasi centenari, hanno superato tranquillamente l’impatto con SARS2, altri sono morti. Questo non dice nulla?
Il punto fondamentale del discorso è che medicina e SARS-CoV-2 agiscono a livelli metabolici differenti. Il virus agisce a livello profondo, la medicina delle evidenze a livello superficiale. Certo, le velocità con cui è stata acquisita la conoscenza biomedica umana negli ultimi venti anni ha del prodigioso. Ma questi “prodigi” non fanno ancora parte del bagaglio culturale di molti medici. Il fatto è che oggi, per fare medicina, bisogna saper gestire molte e diverse “conoscenze” nello stesso tempo, e questo rende difficile l’integrazione nella pratica medica di questi nuovi saperi e rende “inadeguata” la preparazione universitaria (anche quella ospedaliera sul campo, … non vi agitate).
Senza disquisire ulteriormente su di un terreno che aprirebbe infinite e violente discussioni, vi porto un solo esempio di quanto siamo ignoranti nei riguardi di SARS-CoV-2. Decine di laboratori scientifici nel mondo, in questi tre anni di pandemia, si sono dedicati ad individuare, purificare e caratterizzare i complessi fisici [proteina umana--proteina virale] in ossequio al fatto che il virus ci attacca con le sue proteine e che l’interazione fisica tra proteine produce attività funzionale, cioè gli effetti biochimico-funzionali di cui si serve il virus. Conoscere gli effetti funzionali significa avere conoscenza della fisiopatologia dell’infezione e, di conseguenza, accesso al suo trattamento clinico. Questi dati sono tutti sperimentali, quindi reali, e sono stati raccolti, analizzati con cura, uno ad uno, da esperti ricercatori, e classificati in banche dati internazionali a libero accesso. Una delle più complete ed importanti è BioGrid.
Attraverso il link che segue:
https://thebiogrid.org/
arrivate alla pagine centrale e cliccate su SARS-CoV-2 Protein Interactions
e accedete alla pagina dove sono elencate le interazioni fisiche tra ciascuna proteina virale di SARS2 con tutte le proteine umane (definite come “interactors”) che sono state isolate e caratterizzate singolarmente dal punto di vista funzionale (questo è definito come “raw interactions”, dove la parola “raw” non va interpretata come “grezze” ma come interpretazione statistica media del valore singolo rispetto al gruppo di appartenenza. Deriva dalle tecniche statistiche ANOVA).
Se scegliamo, per esempio, la proteina S (quella di Spike), la 15° nell’elenco, vediamo che sperimentalmente ha 1099 interactors e 2027 raw functions e che possiede 41 siti di potenziali modifiche post-traduzionali. Quello che deve colpire non è il fatto che S di Spike interagisce con un migliaio di diverse proteine umane sparse per l’intero organismo, esplicitando più di duemila attività funzionali diverse, ma il fatto che ha 41 siti di modifiche post-traduzionali. 41 siti significa che l’organismo mette a disposizione i suoi enzimi per trasformare questa proteina in un numero molto grande di nuove proteine (dette “proteoforme”) con caratteristiche struttura/funzione diverse. Questo amplia enormemente lo spettro delle azioni biologiche di questa proteina.
Ma di quanto lo amplia?
Il calcolo combinatorio ci dice che potenzialmente lo amplia di 2 elevato alla 41, cioè 2.199.023.255.552. Quindi, Spike ha la possibilità di esplicare 2000 miliardi di funzioni diverse. Certo, moltissime sono solo potenziali, ma qualche migliaio sono statisticamente reali, perché sperimentalmente già riscontrate. Se poi cliccate un po’ oltre, si apre un mondo incredibile e nuovo. Considerate le rimanenti 30 proteine virali, ciascuna che si comporta in modo specifico e indipendente, ciascuna di esse rappresenta la immensa misura della nostra ignoranza. Solo per rammentare, in una singola cellula abbiamo mediamente da 2 a 4 miliardi di proteine funzionalmente diverse nello stesso momento, per cui, o scendiamo a livello di SARS2, o continueremo a non capire nulla. La difficoltà attuale risiede nella interpretazione della rappresentazione globale di tutte queste migliaia di relazioni funzionali incrociate.
Pertanto, abbiate rispetto per il Prof. SARS-CoV-2 che “nun parla a schiovere”, ma i sordi e ciechi siamo noi, e … ’a lavà ’a capa ’o ciuccio, se perde l’acqua e ’o sapone”.
Un saluto