Oltre a quell'"anche" di troppo, vorrei ricrdare che il TSO è per definizione un trattamento senza consenso. Quindi per sua natura non richiede il consenso, che invece deve essere comunque ricercato anche durante il periodo di TSO. In ogni caso è importante ricordate i tre pilastri del TSO, in quanto spesso nella pratica clinica (e spesso su solleciti e spinte da parte di altre agenzie) vengono dimenticati. Così come viene spesso dimenticato che è possibile il TSO extraospedaliero, molto utile soprattutto nelle situazioni di rifiuto attivo del trattamento con farmaci long-acting, e che eviterebbe inutili passaggi in PS e SPDC per una azione di pochi minuti. Utile sarebbe anche definire bene i perimetri del TSO rispetto all'ASO, altro strumento normativo che nasce dall'esigenza di sottoporre a visita contro consenso un soggetto di cui si sospetta una patologia psichica, mentre molto spesso vengono disposti ASO per soggetti che si sa benissimo avere patologie psichiche (spesso anche appena visti in CSM) ma che rifiutano trattamenti o di andare in PS. Si tratta di un uso illegittimo di questa fattispecie che andrebbe meglio analizzato. Tutti questi aspetti sono stati anche recentemente messi in luce dal documento di intesa Stato-Regioni proprio sul tema dei trattamenti senza consenso, e ripresi da alcune Regioni con documenti locali.