La piccola estroflessione digitiforme che periodicamente fa capolino dal centro della rosetta proteica alla sommita del peduncolo è SPIKE.
Questo perché le proteine sono oggetti biologici molto dinamici, che si muovono e fluttuano in continuazione e la loro funzione è dinamica dipendente. Cioè il paradigma chiave-serratura non esiste più da un pezzo. L'interazione è mediata dal movimento di esplorazione dello spazio che SPIKE fa nella ricerca del recettore (che fa lo stesso). Più è ampio è lo spazio esplorato (cioè il movimento) più aumenta la probabilità dell'interazione. I due sistemi in movimento (SPIKE e ACE2) per poter interagire efficacemente devono avere gli opposti movimenti in fase, come ampiezza e frequenza. Questo vale anche per l'anticorpo che cerca di interagire con SPIKE.
Tutto il rimanente è coperto da glicani (in grigio) che impediscono l'attacco degli anticorpi. L'anticorpo deve beccare esattamente l'estroflessione digitiforme mentre fuoriesce oppure viene eluso. Se SPIKE ha mutazioni impreviste ai produttori del vaccino l'interazione non avviene o avviene con difficoltà in un numero inferiore di casi.
Le macchie gialle e rosse sono le proteine di membrana (M ed E). Quelli che fluttuano sulla superficie della membrana virale sono le teste polari dei fosfolipidi (in grigio).
Il modello è stato prodotto dal supercomputer della Utah University sulla base di informazioni ai raggiX, NMR e CrioEM (Microscopia elettronica criogenica) ed è il modello in assoluto più vicino alla realtà (movimento compreso).
A livello proteico la vita del virus è tosta, ma è ben armato.
Un saluto