Caro Loisi,
d’accordo su tutto, molto meno su quanto si legge sul sito che hai indicato. È una descrizione fantastica di attività metaboliche mirabolanti. La quasi totalità le fa la vit. C. Quello che mi è piaciuto di più è l’elenco di quello che non c’è nelle capsule, in particolare arachidi, crostacei e pesce. Solo questo dettaglio dovrebbe farti capire come cercano di influenzare psicologicamente le menti ingenue degli italiani. Ti passo un po’ di notizie meno … psicologiche.
Nel 2019 è stata studiata la composizione dell’estratto dei semi d’uva.
J Pharm Biomed Anal. 5 febbraio 2019; 164: 365-372. doi: 10.1016 / j.jpba.2018.11.003. Epub 2018 3 novembre. - Caratterizzazione, effetto antiossidante della polvere di semi d'uva e profilo di affinità in silico di composti polifenolici ed extra-fenolici per l'inibizione della calpaina
Gli autori dichiarano: “I principali composti non fenolici identificati nella fase lipidica erano il gliceril-monostearato e la 2-monostearina mentre il fruttofuranosio e il saccarosio erano i più abbondanti nella fase acquosa. Tra i composti più abbondanti rilevati nelle varie fasi, il polifenolo quercetina ha mostrato la migliore affinità ed energia di legame libero verso il sito attivo della proteasi calpain calcio-dipendente. I polifenoli costituiscono probabilmente la parte bioattiva dell'SPG che dovrebbe essere sfruttata come modulatori sicuri della segnalazione intracellulare che è probabilmente alla base dei loro effetti benefici per la salute”.
Nel 2020 c’è stato il primo studio attendibile sulla reale disponibilità biologica dell’estratto di seme d’uva nei ratti.
Bioavailability of red wine and grape seed proanthocyanidins in rats. Food Funct. 2020 May 1;11(5):3986-4001. doi: 10.1039/d0fo00350f. Epub 2020 Apr 29.
Gli autori hanno trovato che mentre antociani e antiossidanti del vino si ritrovavano sotto forma di loro cataboliti nel sangue, lo stesso non è accaduto per l’estratto di semi d’uva. Hanno però accertato che il biota intestinale gradisce molto l’estratto di semi e lo utilizza per il 7%, degradando molte delle catene polimeriche presenti nei semi in molecole più corte che determinano un aumento sostanziale (così è detto dagli autori) nel plasma dei metaboliti di fissione dell'anello laterale a 5 atomi di carbonio (5C-RFM) direttamente derivati dal microbiota. Gli autori dichiarano anche che le quantità ematiche sono bassissime e non studiabili, quindi si ripromettono di usare in futuro substrati marcati con isotopi radioattivi per accertare se ci sono derivati degli antociani attivi e quale è il loro destino metabolico.
Esistono anche moltissimi studi dove si somministra l’estratto (spesso a dosi massivamente sproporzionate) a qualche povero animale (talvolta anche all’uomo) e si trovano effetti biologici strabilianti ma, nello stesso tempo, molti altri autori si affannano ancora oggi (anno 2021) per cercare di trovare un vettore per far assorbire a livello intestinale le sostanze antiossidanti contenute nei semi d’uva. Qualcuno mente, altrimenti non si impiegherebbero capitali, uomini e tempo per cercare di rendere biodisponibile qualcosa che al momento non lo è, mentre molti lavori scientifici descrivono effetti metabolici strabilianti. Uno dei due gruppi mente.
Comunque, il composto più interessante è la quercetina, di cui sono note le proprietà antiossidanti. Allora è meglio utilizzare fonti note e abbondanti di quercetina come le foglie di thè verde (come tali, 3 – 4 g di thè verde polverizzato (un paio di bustine) mescolato ad altri alimenti come kefir o yogurt) o il succo di melograno, tutte cose che costano poco e sono sicure, senza scomodare delle capsule descritte con roboanti attribuiti ma fatte con tanta normalissima vit C (ottimo riducente) ed estratto d’uva FRANCESE (è più schick), ma che costano veramente tanto, come lo champagne. Chi fa l’affare? Chi le vende o chi le consuma?
Un saluto