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Certo Mancini, i doveri etici,come dire la missione anzi tutto. Però con i doveri etici e con la missione non si mangia e non si porta avanti una famiglia. Il dovere etico non esiste, tutt'al più esiste una morale che fa riferimento all'etica. Ma cos'è l'etica? Tutto e niente, è l'etica. Ogni lavoro ha un costo,specie un lavoro professionale. Io so che con la scusa della missione e dell'etica, i medici sono rimasti dietro a tutte le categorie professionali, pagati poco e male ed oberati di lavoro, sia in ospedale sia come medici di base. L'etica è una pulsione personale, volontaria, nessuno viene precettato a costo zero, nemmeno le lavandaie. I professionisti vanno pagati, lo stato italiano è basato sul lavoro retribuito e non sul lavoro a gratis. E poi diciamocelo, il volontario è colui che toglie lavoro agli altri. Se tutti lavorassero come volontari spinti da un'etica, lo stato ci andrebbe in guazzetto. Provatevi a dirlo alla CGIL, di mandare gli operai a lavorare a buffo. Io ho lavorato anche gratis, ma l'ho fatto per mia espressa volontà. E poi vorrei dire una cosa, lasciate stare gli specializzandi, essi sono medici in formazione che si completerà con una lunga militanza in corsia, negli ospedali. Mandarli allo sbaraglio significa fare danni. Mio fratello è morto di Covid in un reparto di rianimazione Covid e si è aggravato quando per incannulare la succlavia per infusione continuata, gli hanno bucato il polmone, causando un pnx. Come dare una spinta ad uno che sta in piedi per miracolo e barcolla, che fa, cade di schianto. Lo stato deve fare ammenda per avere trascurato la sanità ed avergli sotratto negli anni miliardi di finanziamento, dico sottratti, invece di aggiungerli. Ed ora vanno cercando l'etica? Ma suvvia facciamo le persone serie. Oggi ho letto una buona notizia. Un gruppo di medci aderenti al "Comitato Cura Domiciliare Covid-19", ha rifiutato di applicare il protocollo ministeriale che comandava di dare solo tachipirina ed eparina agli allettati e stare in vigile attesa, nell'assistenza a domicilio. Il comitato ha incaricato un avvocato che ha fatto ricorso al TAR ed il TAR gli ha dato ragione: "il ricorso appare fondato,ha detto il TAR,in relazione alla giusta richiesta dei medici, di far valere il propprio diritto dovere avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale,di prescrivere i farmaci(cioè la cura)che essi ritengono più opportuni, secondo scienza e coscienza". Questo mi conforta, perché è da tanto che io critico i protocolli che sono un insulto al sapere personale di ogni medico, alla sua esperienza clinica, al suo intuito, e soprattutto al decorso altalenante delle malattie. Il medico non può essere incatenato ad un protocollo redatto chissà da chi ed in quali circostanze. Io il protocololo non l'avrei mai applicato, può darsi che a volte possa rientrare nelle mie azioni cliniche, ma ho sempre preferito fare da me. Tra l'altro il protocollo deresponsabilizza il medico, perché esso applica il protocololo e se ne va e chissà quando rivede il malato. Invece io mi sono sempre inchiodato in opsedale, ai piedi del letto del malato in crisi ed ho lottato con il male sino alla fine. Il protocollo è come la moviola in campo, per la quale si è battuto Biscardi, sino a quando hanno messo il VAR, che ha dimostarto tanti errori arbitrali. E così dovremmo fare noi medici contro i protocolli, un insulto al nostro sapere medico e causa di tanbti errori terapeutici e diagnostici
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