La mascherina non protegge in assoluto, il suo uso deve essere razionale.
Il problema non è se la mascherina protegge o meno. Qualsiasi filtro alla respirazione tra noi e l’ambiente da cui traiamo l’aria per respirare a modo suo protegge, anche la sciarpa di cui prima. Il problema è che tipo di protezione ottengo e che tipo di espirato, eventualmente infetto, posso produrre.
Le mascherine hanno origini commerciali diverse e diversa tecnologia costruttiva. Non sono tutte uguali e non hanno sempre gli stessi standard di protezione. Alcune sono riutilizzabili altre no. Alcune sono realmente certificate altre no. Basta poi andare in giro per capire come alcuni usano la mascherina, toccandola continuamente con le mani, mettendola in tasca per poi riusarla, usandola per giorni quando dovrebbe essere usata solo un giorno, ecc…, ecc… Troverete moltissime varianti in giro ed alla fine converrete che moltissimi portano una mascherina che potrebbe avere ridottissime capacità protettive, soprattutto verso gli altri. Quando incontriamo qualcuno cosa sappiamo del suo stato fisico reale? E’ un ammalato che incoscientemente va in giro? È un asintomatico? È una persona infetta nelle sue fasi iniziali? È una persona sana? È un super-diffusore? Come facciamo a saperlo? Il 37,5°C dei supermercati è risibile ed inutile. Tutti sappiamo come abbassare la temp per qualche ora, e asintomatici e superdiffusori non hanno febbre. I fatti dicono che si tratta di milioni di persone. Quindi sorge un altro problema, l’appropriatezza dell’uso individuale che si fa della mascherina, che è il parametro meno gestibile in assoluto.
Allora, i problemi diventano tre: protezione, espirato e utilizzo. Parecchi, per essere gestiti contemporaneamente e non tutti dipendenti da noi. Purtroppo la realtà è ben diversa dalla teoria. Altrimenti come spiegate le persone attentissime che poi hanno contratto il virus? Alla fine non è la mascherina, ma l’uso che ne fa l’altro che può creare problemi, l’ambiente in cui ci troviamo e il tempo di permanenza.
Personalmente uso da sempre una FP2. All’aperto (sempre con mascherina) non mi preoccupo molto e mantengo il distanziamento. È al chiuso, in presenza di altre persone, che mi preoccupo molto. Valuto l’ambiente chiuso (quanto è grande, se c’è aerazione, quante persone ci sono, ecc.) poi cerco di permanerci quanto meno tempo è possibile. Negli ospedali, o dove ci siano ammalati covid, è un’altra cosa, lì occorre una protezione ben più consistente oltre la mascherina. Io la penso così, prevenire è meglio che subire. Poi, errori banali, spesso dovuti alla consuetudine che ci fa calare l’attenzione, possono fare la differenza.
Un saluto