Concludere che “Questi risultati suggeriscono che l'infezione da COVID-19 può associarsi a modifiche nei sistemi di organi coinvolti nella regolazione della glicemia” dopo aver scomodato 600.000 persone, circa 1 anno di follow-up e sicuramente tanti soldi, è sconcertante.
In genere, i clinici attraverso la sintomatologia evidenziano delle alterazioni metaboliche specifiche. Quello che non capisco è perché questi autori si meravigliano degli effetti diabetici del virus e, quello che mi sconcerta di più, sono i revisori di questi manoscritti che ignorano quello che si conosce già. Se analizzate le interazioni sperimentalmente note sull'archivio di BioGrid (per chi sa leggerle) c’è illustrata gran parte della strategia virale, anche per le alterazioni glicemiche.
Penso sia ormai chiaro che SARS-CoV-2 agisce attraverso le sue proteine. Senza entrare in molti dettagli, esistono decine di lavori sperimentali che hanno usato le molte e diverse tecnologie dette “ad alto rendimento” per individuare, purificare e caratterizzare i complessi binari (uno-ad-uno) delle proteine virali con quelle umane. Certamente ci sono dei limiti dovuti alle tecniche utilizzate ma il messaggio chiaro è che tutta la trentina di proteine virali interagisce (ciascuna) con molte e diverse proteine umane. Ad oggi, 3 maggio 2023, sono sperimentalmente note 36.294 interazioni molecolari uno-ad-uno. Di fatto tutte le proteine virali fanno molte cose diverse. Alcune più probabili, altre meno. Quello che conta è capire la strategia virale per trarre conclusioni.
La classe di proteine umane più interessante è probabilmente quella dei trasportatori di membrana. La famiglia di proteine SLC (trasportatori di membrana) comprende 400 membri organizzati in 66 famiglie. Qualsiasi molecola, che operi metabolicamente nella cellula, deve fare i conti con i trasportatori per entrare o uscire dalle cellule. Pertanto, nella strategia virale questo è il bersaglio principale da colpire. Tutte le proteine virali, nessuna esclusa, colpiscono per 991 volte ben 133 tipi diversi di trasportatori. Di fatto significa che circa il 33% del sistema di trasporto metabolico intra- ed extra- cellulare dell’organismo umano, a tutti i livelli, cervello compreso, è colpito ed alterato, in alcuni casi bloccandolo in altri variando il trasporto a proprio vantaggio.
I soluti trasportati dai vari membri del gruppo SLC sono estremamente diversi e comprendono sia molecole organiche cariche che non cariche, nonché ioni inorganici e il gas ammoniaca.
Vi porto solo due esempi.
Le famiglie SLC25, dei carrier mitocondriali, e SLC9, degli scambiatori Na+/H+ mitocondriali, di ben 53 e 13 membri, rispettivamente, sono estremamente importanti per il virus per spostare i flussi energetici mitocondriali verso processi virali che richiedono energia, cioè, convertono la forza motrice protonica stabilita dalla catena respiratoria (dall'ATPasi mitocondriale F1F0) in gradienti di sodio che guidano processi virali che richiedono energia, trasducono segnali ambientali in risposte cellulari e funzionano nell'efflusso di farmaci (espellono i farmaci dalle cellule). Parliamo di oltre 100 interazioni diverse attuate da almeno 26 proteine virali fra cui anche la Spike.
Il secondo esempio riguarda il diabete 2.
Il virus colpisce numerose volte (= ovunque li trova) i trasportatori di glucosio attraverso le membrane (GLUT) della famiglia SLC2. In particolare SLC2A1 è colpito in luoghi e momenti diversi delle proteine Spike, M, NSP4, 5, 6, 9, 11, 16, e orf3a, 6, 7, 7b, 9c. E’ anche colpita la proteina DPP4 (che interagisce direttamente con l’insulina), la KCNJ11 (il recettore che controlla il flusso di K verso l’interno delle cellule pancreatiche mediante canali di K), la TCF7L2 (il fattore di trascrizione che controlla la secrezione di insulina). Notate che Spike all’inizio serve per entrare, ma, una volta dentro, fa anche altre cose.
Con attacchi massivi di questo genere su bersagli metabolici cruciali e vitali come si può immaginare che non ci siano conseguenze serie sul metabolismo del glucosio?
Ricordo che sono tutti dati sperimentalmente dimostrati e raccolti nella banca dati BioGrid.
Un saluto