Ti sei posto una domanda a cui molti biochimici stanno cercando di dare una risposta. Penso che l’evoluzione non sia molto coinvolta, bensì lo stile di vita, diciamo ... “moderno”.
Per quanto si sa, la deposizione di grasso viscerale e l'insulino-resistenza svolgono un ruolo centrale nello sviluppo di malattie non trasmissibili tra cui obesità, ipertensione e diabete di tipo 2. In seguito dell’aumento pressorio, glicemia alta postprandiale e dislipidemia si verificano quasi in concomitanza.
Evidentemente, sono coinvolti più organi ma le relazioni metaboliche che li collegano, nel determinare queste patologie, sono ancora poco chiare. Però, molte osservazioni biochimiche puntano sull'intestino e sul rene come forti motori di malattie croniche non trasmissibili. Risultati casuali e inaspettati di studi clinici che utilizzavano degli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio SGLT2 (per studiare la loro azione per la riduzione del peso corporeo e della glicemia), hanno suggerito che questi organi, che posseggono dei sensori chimici per glucosio e cloruro di sodio al fine di controllarne il livello, siano implicati. Infatti, l’espressione genica di SGLT1 e/o SGLT2 renale e intestinale in presenza di glucosio e sale aumenta; quindi gli SGLT sono regolati dal glucosio e dal cloruro di sodio, ma gli SGLT e altri geni sono anche regolati dal sistema renina-angiotensina, dall'attività nervosa simpatica renale, dall'infiammazione intestinale/microbiota o dallo stress ossidativo. Come vedi tutte le cause che comunemente sono alla base dell’infiammazione sub-clinica cronica che poi negli anni sfocia in queste patologie.
Quindi, l'iperfunzione dell'intestino e del rene, a causa di questi molteplici fattori, sembra essere uno dei fattori critici che contribuiscono all'inizio di queste malattie.
Alcuni autori chiamano questi organi iperfunzionanti per l'assorbimento dei nutrienti come "organi avidi" che possono indurre malattie non trasmissibili da quì è recentemente nata "ipotesi dell'organo avido". La “Greedy Organs Hypothesis” per zucchero e sale nella fisiopatologia di queste malattie croniche.
La mitigazione dell'avidità di questi organi si cerca di attuarla con inibitori di SGLT2 e corpi chetonici (= aumento di proteine nella dieta), e uno stile di vita regolare per mantenere la ritmicità dell'orologio biologico.
Concludendo, i principali punti biochimici che possono riguardare la clinica sono: L'implicazione clinica del rene avido è supportata dall'effetto degli inibitori SGLT2. Il significato dell'intestino avido è suggerito dagli effetti della chirurgia bariatrica. L'intestino e il rene diventano iperattivi attraverso la sovraregolazione di SGLT1 o 2. Pertanto, mitigare gli "organi avidi" dovrebbe essere una strategia promettente.
Un saluto