Non è l’elisir di lunga vita ma ….. fa campare meglio. Per certi versi è un po’ come l’aspirina che piano piano ha conquistato il suo ruolo di potente farmaco. Le piccole molecole vanno parecchio in giro nell’organismo ed hanno l’abitudine di interagire facilmente con molte proteine, principalmente perché piccole.
È una molecola che mi ha sempre metabolicamente incuriosito negli anni, anche se con grande scettisismo iniziale.
La metformina è sotto osservazione all’incirca dall’anno 2000 per le sue molteplici e incredibili proprietà, a cui inizialmente nessuno voleva credere. Ma dopo 28,909 articoli scientifici ad oggi e studi complessi con tecnologie molto sofisticate e di frontiera, si è dovuto ammettere che:
La captazione cellulare della metformina avviene tramite il trasportatore cationico organico 1 (OCT1), dopodiché esercita tre bracci d'azione-1) metabolico; 2) anti-ossidativo e 3) anti-infiammatorio.
Tutte attività confermate da migliaia di articoli scientifici.
1) La metformina inibisce il complesso mitocondriale I e quindi la fosforilazione ossidativa portando ad un aumento del rapporto AMP/ATP, provocando un'attivazione diretta di AMPK. I meccanismi dipendenti da AMPK contribuiscono all'inibizione a valle di mTORC1 (migliore rilevamento dei nutrienti e autofagia), attivazione di PGC-1α (migliore biogenesi mitocondriale), regolazione trascrizionale tramite modificazioni del DNA/istone e miRNA. A livello extracellulare, la metformina ha down-regolato la segnalazione di insulina/IGF1, portando anche all'inibizione di mTORC1.
2) L'inibizione dell'ETC mitocondriale porta anche a effetti indipendenti da AMPK tra cui specie reattive dell'ossigeno ridotte (ROS), prodotti finali della glicazione avanzata (AGE) ridotti e quindi = danno macromolecolare e ossidativo ridotto.
3) Gli effetti antinfiammatori e senoterapeutici della metformina indipendenti da AMPK sono evidenti attraverso la sotto-regolazione delle citochine pro-infiammatorie, la segnalazione del complesso DNA/NF-κB (immunità, infiammazione, stress, cancro) e l'attivazione di Nrf2-Gpx7 (bilancio redox) e la segnalazione ATM (checkpoint danno DNA, arresto del ciclo cellulare, riparazione DNA, apoptosi = azione anticancro), rispettivamente.
Queste tre braccia lavorano sinergicamente per mitigare la disregolazione indotta dall'invecchiamento nelle cellule, attenuando così i segni dell'invecchiamento. Attenuando non eliminando.
La metformina attenua i segni dell'invecchiamento in misura variabile e, a sua volta, contribuisce ai suoi effetti geroterapeutici.
Le azioni metaboliche primarie (rilevamento dei nutrienti deregolamentato, instabilità genomica, perdita di proteostasi e comunicazione intercellulare alterata) sono conseguenze dirette della metformina attraverso la sua specifica azione su AMPK, SIRT1, mTORC1, percorsi IIS, protezione contro il danno macromolecolare, con, rispettivamente, una migliore risposta dell'autofagia e una forte riduzione dell'infiammazione cronica.
L’esaurimento delle cellule staminali, senescenza cellulare, disfunzione mitocondriale, alterazioni epigenetiche, attrito dei telomeri sono bersagli secondari, poiché la loro attenuazione è mediata dal ruolo principale della metformina su suo bersaglio primario.
A causa dell'elevato grado di interconnessione tra i segni distintivi dell'invecchiamento, l'attenuazione causata dalla metformina di ogni singolo segno distintivo ha una grande azione sinergica su molti altri effetti dell’aging, portando così a una risposta diffusa e generalizzata contro l'invecchiamento.
Per anni non ci ho creduto ma, dopo 28909 articoli, mi sono arreso. Un buon articolo riassuntivo molto recente è quello che segue
https://www.ncbi.nlm.nih...pmc/articles/PMC7347426/
Leggere per crederci
Un saluto