I bambini più piccoli infettati dal Sars-CoV-2 spesso non hanno alcun sintomo, anche se hanno un'elevata carica virale. È quanto emerge da un ampio studio supportato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani e pubblicato su
JAMA Network Open.
La nuova ricerca ha coinvolto 690 individui provenienti da 175 famiglie nel Maryland che sono stati monitorati da vicino tra novembre 2020 e ottobre 2021. Ogni settimana per 8 mesi, tutti i partecipanti (asintomatici e non) hanno completato questionari sui sintomi e sono stati sottoposti a test molecolari.
Lo studio si è distinto per la sua attenzione ai
bambini piccoli: tutte le famiglie avevano infatti almeno un figlio di età compresa tra 0 e 4 anni, quindi 256 partecipanti su 690 (37,1%) erano in questa fascia di età più giovane. Il resto della popolazione era composto da 100 ragazzi di età compresa tra 5 e 17 anni e 334 adulti di età compresa tra 18 e 74 anni.
Alla fine dello studio, 51 individui sono risultati positivi: 19 tra i bambini fra gli 0 e i 4 anni, 11 nella fascia 5-17 anni e 21 oltre i 18 anni d'età. 14 partecipanti sono risultati casi asintomatici: 7 fra i più piccoli, 4 nella fascia 5-17 anni e 3 negli adulti. per SARS-CoV-2, di cui 14 non avevano sintomi. Uno sguardo più attento ha mostrato quindi che i bambini di età compresa tra 0 e 4 anni che hanno contratto il virus avevano più del doppio delle probabilità di essere asintomatici rispetto agli adulti infetti (36,8% contro 14,3%).
Anche la relazione tra sintomi e carica virale differiva tra adulti e bambini piccoli. Mentre gli adulti con elevate cariche virali, in genere, presentavano sintomi Covid più gravi, non è stata trovata alcuna correlazione nei bambini piccoli, il che significa che i bambini con sintomi lievi o assenti potrebbero comunque essere altamente contagiosi. Ciò, tra gli autori, solleva preoccupazione per il fatto che tra genitori, servizi per l'infanzia e scuole si potrebbe sottovalutare la diffusione dell'infezione in bambini apparentemente sani ma esposti al Sars-CoV-2.
Ruth A. Karron, prima autrice dello studio, ha quindi raccomandato di testare tutti i bambini più giovani se esposti al virus, in famiglia così come nelle strutture per l'infanzia, anche se completamente asintomatici agendo di conseguenza in base ai risultati.
Ma non tutti gli esperti sono d'accordo.
"Mi chiedo se ne valga la pena", ha affermato
Dean Blumberg, capo divisione del reparto di malattie infettive pediatriche presso la UC Davis Health, in California. Le recenti linee guida della Fda americana, ad esempio, richiedono tre test antigenici negativi a distanza di 24 ore per confermare la negatività. Il professore ha quindi affermato: "Per i genitori fare tutti questi test è scomodo".
Blumberg, inoltre, si è anche chiesto se lo studio, completato quasi un anno fa, rifletta l'attuale panorama pandemico. "Al momento in cui questo studio è stato condotto, era prevalente la variante Delta ed ora invece Omicron. L'altro problema è che la maggior parte dei bambini coinvolti non aveva un'immunità preesistente, mentre ora probabilmente sì e di questo andrebbe tenuto conto". Secondo Blumberg, l'immunità preesistente - sia dall'esposizione che dalla vaccinazione - potrebbe abbassare la carica virale, quindi i bambini asintomatici potrebbero essere meno contagiosi di quanto non fossero al momento dello studio.
Sara R. Kim e
Janet A. Englund, del Seattle Children's Research Institute, hanno affermato che è difficile sapere quanto siano applicabili i risultati: "Dato il più alto tasso di trasmissibilità e infettività della variante Omicron, è difficile stabilire associazioni dirette tra i risultati dello studio e la situazione attuale", hanno scritto in un
editoriale di accompagnamento. "Tuttavia, è probabile che i tassi più elevati di infezione asintomatica osservati tra i bambini in questo studio siano coerenti con quelli osservati per le varianti attuali e future".
Nonostante le diverse opinioni, i vari esperti condividono le idee sulla
vaccinazione. "La cosa più importante che i genitori possono fare è vaccinare sé stessi e i loro figli", ha detto Blumberg, mentre Karron ha osservato che la vaccinazione sarà sempre più importante nei prossimi mesi: "L'estate sta finendo e la scuola riinizia. Presto i bambini si raggrupperanno di nuovo al chiuso e penso che sia davvero importante che si vaccinino".